20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
la decisione dei giudici

Caso Cucchi, non saranno ascoltati i nuovi testi

I giudici della corte d'appello rinviano l'udienza al 7 marzo, ma ecco cos'hanno deciso sul processo d'appello a Claudio Marchiandi

ROMA - Possono non essere ascoltati alcuni dei nuovi testimoni rispetto al presunto pestaggio subito da Stefano Cucchi da parte dei carabinieri ed oggetto dei nuovi accertamenti. I giudici della I sezione della corte d'appello della Capitale hanno respinto una istanza della parte civile affinchè venissero convocati dei soggetti citati negli atti dell'indagine bis sulla morte del giovane geometra avvenuta ad una settimana dal suo arresto.

La decisione dei giudici
La decisione è arrivata nell'ambito del processo d'appello a Claudio Marchiandi, dirigente dell'amministrazione penitenziaria accusato in pratica di aver coperto chi colpì Stefano, facendo ricoverare quest'ultimo nel reparto 'protetto' dell'ospedale Pertini e non in uno normale dove le sue lesioni sarebbero state forse curate meglio. Il difensore della famiglia Cucchi, l'avvocato Fabio Anselmo, aveva chiarito ai giudici che il procedimento avviato dalla Procura capitolina in questi ultimi mesi, e per cui è stato richiesto l'incidente probatorio, si concentra su dei nuovi autori del "violentissimo pestaggio".

Marchiandi nella vicenda Cucchi
Il processo di secondo grado a Marchiandi segue un annullamento della assoluzione deciso dalla Cassazione. Le accuse contestate sono quelle di concorso in falsità ideologica in atto pubblico, abuso d'ufficio e favoreggiamento personale. Oggi la corte d'appello non ha ritenuto di dover accogliere gli atti proposti dalla parte civile ritenendoli non rilevanti ai fini della valutazione della posizione di Marchiandi ed ha aggiornato la discussione al 7 marzo prossimo disponendo comunque la acquisizione della sentenza di secondo grado e quella della Cassazione del 15 dicembre scorso in attesa di motivazioni. Nella vicenda Cucchi, Marchiandi aveva chiesto il rito abbreviato e la sua posizione aveva seguito una via diversa, con la condanna del 2011 a 2 anni per favoreggiamento, falso e abuso in atti d'ufficio e poi l'assoluzione in secondo grado ad aprile 2012. (Fonte Askanews)