Leo Gullotta: «Aggressioni ai gay frutto del clima di paura»
«L'omofobia è razzismo, reato orribile»
ROMA - «Tutto quanto sta avvenendo è il risultato di un permissivismo verso l'esclusione dell'altro sempre più pericoloso. Ogni rapporto è sempre più basato, in Italia, sul concetto di paura: e così dopo le botte all'immigrato si è passati all'omosessuale. Nessuna sorpresa quindi».
Così Leo Gullotta, da Venezia, dove è impegnato nella presentazione del film 'Baaria' di Giuseppe Tornatore, commenta ad Apcom, il lancio di petardi avvenuto ieri in serata, alla 'Gay Street' di Roma, ultima di una serie di aggressioni omofobiche avvenute nella Capitale.
«Occorre una legge, serve una presa di posizione forte - continua Gullotta - Siamo arrivati ad un punto ormai, in cui questi fatti non possono esser più trascurati. Sono senza parole per dover ragionare su queste cose nel 2009». Gullotta, autorevole rappresentante della comunità arcobaleno, che con coraggio negli anni scorsi ha fatto outing, spiega: «La civiltà di un popolo si misura anche con il grado di libertà concesso a quello che una persona vuole o desidera fare, rispetto al proprio colore della pelle, alla religione professata, alle scelte in materia sessuale».
«L'omofobia è un reato orribile - sottolinea Gullotta - E' impensabile che un cittadino non possano esser libero». Il grande attore di origine siciliana, interprete in decine di film e spettacoli teatrali e televisivi, è stato acclamato di recente dalla comunità gay, quando ha portato in scena «La città e l`isola», spettacolo incentrato sul confino degli omosessuali all'epoca del fascismo.
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