Veltroni: «Né con Franceschini né con Bersani: Avanti giovani»
«Davvero c'è chi vuole armata Brancaleone da Cuffaro a Ferrero?»
ROMA - Né con Franceschini, né con Bersani: nella prima intervista da quando ha lasciato la direzione del Pd, Walter Veltroni dice la sua sul prossimo congresso e sostiene che bisogna «far avanzare una nuova generazione».
«Come ho detto al segretario del partito (Franceschini, ndr.), al quale mi lega un rapporto di solidarietà e stima, ho deciso di non partecipare alla fase interna del congresso. Per me vale quello che ha detto Prodi: game over», afferma Veltroni intervistato da Curzio Maltese su Repubblica.
«Ci sono tante risorse splendide, tanti nomi nuovi di dirigenti e amministratori, qualcuno già molto popolare. Creare un gruppo compatto, entusiasta. Blindarsi così dai segatori di rami, che nel centro-sinistra rimane l'occupazione più diffusa», afferma Veltroni, secondo il quale è necessario «dire cose nuove sui problemi sui quali sta franando il consenso della sinistra in Europa, e a cominciare dalla sicurezza e dal nuovo Welfare. Dico subito che la posizione di Penati o Chiamparino sul primo tema o quella di Ichino sul secondo mi mi paiono forti e convincenti».
DUELLO CON D'ALEMA - L'ex leader del Pd si dice «stufo» dell'ennesimo duello con D'Alema, «tanto più quando dovesse grottescamente manifestarsi per interposta persona». Al congresso, per Veltroni, «si confrontano dirigenti validi, sperimentati. Non hanno bisogno di king maker. Tirarmi fuori da questo schema è per me un altro atto di amore per il Pd». Nel centrosinistra, invece, «da più di dieci anni» sono stati «divorati» leader di livello, «ad uno ad uno sono stati eliminati come i dieci piccoli indiani».
Anche lui, ricorda, ha capito di essere diventato un problema alla manifestazione del Circo Massimo («Avevo davanti una marea di persone con un'unica bandiera. Ma con la coda dell'occhio vedevo alle mie spalle il palco dei dirigenti, alcuni non avevano la faccia della festa, ma l'espressione di chi ha appena perso un congiunto«). Poi «ci sono stati in tv i foglietti con i suggerimenti agli esponenti del Polo, le candidature a segretario senza ancora il congresso, la totale assenza di solidarietà sulla sconfitta in Abruzzo». Abbastanza per decidere di ritirarsi. Ma con un avvertimento a chi resta in lizza. «Ma davvero c'è chi pensa di ripresentarsi con un'armata Brancaleone da Cuffaro a Ferrero? Si vede che la storia non insegna nulla. Ma non voglio partire da qui. Piuttosto dalla fine di Berlusconi».
- 05/03/2019 Zingaretti: «Salvini affonda il Nord e il sovranismo è un imbroglio»
- 05/03/2019 Zingaretti vince bene, renziani spiazzati aspettano le europee
- 04/03/2019 Primarie PD, Veltroni: «Segnale di luce, opposizione più forte»
- 04/03/2019 Matteo Renzi prova a rassicurare Zingaretti: «Nessuna guerriglia da parte mia»