29 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Sisma Abruzzo

L'Aquila, scoppia «caso Transcom»: in 400 a casa

Mancanza commesse: call-center avvia mobilità; no da enti locali

A L'Aquila scoppia il 'caso Transcom': in un territorio dove c'è la corsa ad aiutare, a creare posti di lavoro, a ricostruire, una società di call center attiva da 10 anni, la Transcom, ha annunciato oggi la chiusura della sede nel capoluogo abruzzese e l'avvio delle procedure di mobilità per 400 dipendenti. Il direttore generale, Roberto Boggio, in una nota motiva la decisione: «Purtroppo non ci sono le condizioni di mercato per riuscire a pagare gli stipendi dei nostri dipendenti e siamo di fatto costretti ad avviare la mobilità. Oggi abbiamo consegnato la comunicazione ai sindacati e alle istituzioni, ma faremo il possibile per contenere l'impatto sociale, e ci adopereremo in ogni modo per individuare eventuali soluzioni alternative per i nostri dipendenti». Alla base della chiusura della sede «l'impossibilità di competere nella folle corsa al ribasso, stanti le attuali rigidità nel mercato italiano e l'ingiustificata disparità di applicazione delle regole esistenti».

Dagli enti locali arriva subito una dura risposta: per la presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, quella annunciata dai vertici aziendali della Transcom è «una decisione gravissima, che contraddice le assicurazioni avute in precedenza». «La chiusura dello stabilimento è una vera e propria coltellata alla schiena, in un momento così particolare e delicato per L'Aquila», prosegue in una nota rincarando la dose e rivelando: «Ho avuto contatti con l'amministratore delegato Roberto Boggio con il quale nelle settimane precedenti avevamo anche discusso della sistemazione logistica, individuando una nuova sede. Tuttavia ora sembra che la motivazione addotta per i licenziamenti sia la mancanza di commesse. Un'impostazione davvero inaccettabile».

Duro anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, per il quale si tratta di una decisione «vergognosa, sconcertante e inaccettabile», soprattutto visto che prima delle elezioni l'azienda «aveva comunicato ai sindacati che avrebbe mantenuto questa importante struttura». A difesa di Transcom, invece, si schiera Confindustria L'Aquila: in una nota l'associazione locale degli industriali spiega che «stanti le attuali condizioni di mercato la scelta dell'azienda, per quanto dolorosa, appare inevitabile da un punto di vista imprenditoriale» e dà la propria disponibilità ad «individuare ogni soluzione possibile al fine di attenuare ripercussioni negative sul territorio».