19 aprile 2024
Aggiornato 10:30

Meredith, Sollecito: Mi sento Rocky che lotta contro Ivan Drago

Su Gente le lettere inedite di Raffaele dal carcere

PERUGIA - «Un po' di tempo fa ho visto Rocky IV e la fantasia mi ha portato a immaginare che il 'governo russo' fosse la pubblica accusa e Ivan Drago il peggiore dei testi dell`accusa. Che immaginazione che ho». Raffaele Sollecito, sotto processo a Perugia con Amanda Knox per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, scrive agli amici del suo paese, Giovinazzo, una lettera pubblicata in esclusiva dal settimanale 'Gente', in edicola dal primo giugno. «Vedere il film in quest`ottica - continua Solellecito - è stato molto entusiasmante». Raffaele parla della vita in carcere: «Se avessi qui la Playstation mi rinchiuderei nel mio magico mondo utopistico dove sono tutti onesti con se stessi e con gli altri.

Purtroppo le cose nella realtà non sono così e quello che mi sta accadendo ne è la prova». E della sua salute: «Ultimamente non sto bene sia perché durante questa carcerazione i mie problemi intestinali sono peggiorati, sia perché la solitudine porta il mio morale sotto terra. Come già sapete sono solo e per fortuna ho con me una delle poche cose che mi danno ancora la forza di andare avanti: combattere per la giustizia».

Continua Sollecito: «Come già sapete, fuori di qui praticavo kickboxing, sia a Giovinazzo sia a Perugia. Ora, per quanto riguarda l'allenamento... avete mai preso a calci l`aria? Forse vi è capitato. E l`anta di una finestra? Consiglio: non provateci, non conviene, fidatevi». Con 'Gente' ha parlato in esclusiva anche il papà di Raffaele, Francesco Sollecito: «Mio figlio non sta bene. Ha seri problemi intestinali. Non sono causati dall`alimentazione ma secondo me dallo stress, da sindrome ansiosa e da problemi psicologici. La situazione di Raffaele, la sua lettera, mi fa tornare in mente il monologo di Tom Hanks in Castaway, quando lui, abbandonato su un`isola, è costretto a perdere qualsiasi comunicazione con la sua gente, qualsiasi contatto con il suo mondo. Una medicina di vita su quell`isola erano i suoi pensieri e soprattutto la speranza di riabbracciare quel mondo perduto che era la sua vita. Raffaele vuole tornare a vivere». In carcere Raffaele Sollecito ha anche realizzato un dipinto, 'Frangibile': il quadro è stato venduto a Terni nell'ambito di un'asta benefica. Ad acquistarlo, per 120 euro, è stata la Caritas.