28 agosto 2025
Aggiornato 14:30

Ratzinger: Mai avrei pensato di diventare Papa, ma ho detto sì

«Litigare è umano, l'importante è riuscire a perdonarsi»

Città del Vaticano - E' un Papa che si fa umano e che risponde alle domande dei bambini. E confessa: «Non avrei mai pensato di diventare Papa. Vengo da un paesino piccolo della Germania e non avrei mai pensato a queste cose». L'occasione è l'udienza a un gruppo di 7mila bambini dell'Opera per l'Infanzia Missionaria, ricevuti nell'Aula Paolo VI, in un'atmosfera di festa e di gioia. «Quando ero bambino - racconta il teologo Ratzinger - il Papa era su un'altezza irraggiungibile, un altro mondo quasi. Ancora oggi - dice - ho difficoltà a capire come il Signore abbia pensato a me per questo ministero. Mi sembrava oltre le mie forze, ma il Signore mi aiuta sempre».

Risponde sorridente, abbraccia i bambini che lo salutano. «Caro Papa, noi ti vogliamo bene», esclama una bimba. Poi la domanda più attuale. «Una mia amica ha il padre italiano e la madre straniera. Come si fa a far convivere culture e religioni diverse?». «Qualche volta sembra inevitabile nella vita umana litigare - risponde il Papa, usando un linguaggio comprensibile a tutti i ragazzi - ma è importante l'arte di riconciliarsi, il perdono e non lasciare amarezza nell'anima».

Poi il pensiero va presto alla propria infanzia. «Ho vissuto gli anni della scuola elementare in un piccolo paese di 400 abitanti - racconta il Papa - eravamo un po' ingenui; in questo paese eravamo da una parte agricoltori molto ricchi e anche poveri impiegati, artigiani e la nostra famiglia poco prima della scuola elementare era arrivata in questo paese da un altro paese. Quindi eravamo un po' stranieri, e in questa classe che frequentavo si riflettevano culture diverse. Ma gli altri bambini - prosegue il Pontefice - mi hanno insegnato il loro dialetto, abbiamo collaborato, anche litigato ma poi ci siamo anche riconciliati. E con gratitudine mi ricordo come ci siamo aiutati l'uno e l'altro; abbiamo imparato insieme a pregare, ci siamo preparati insieme alla comunione. Dobbiamo essere amici, fratelli».

«Non eravamo santi - sottolinea ancora Benedetto XVI - abbiamo avuto i nostri litigi, ma era una bella comunione. La distinzione tra ricchi e poveri, tra intelligenti e meno intelligenti, non contavano nella comunione con Gesù. Abbiamo trovato la capacità di vivere insieme, abbiamo imparato ad accettare l'uno e l'altro, a portare il peso a vicenda. Nonostante le nostre debolezze - conclude - ci accettiamo e insieme troviamo la strada della pace e impariamo a vivere insieme».