19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
novel food

Perchè i supermercati italiani non vendono (ancora) insetti

Per l'ottenimento dell'autorizzazione europea è necessario un periodo di almeno un anno. La procedura è, comunque, piuttosto complessa

Perchè i supermercati italiani non vendono (ancora) insetti
Perchè i supermercati italiani non vendono (ancora) insetti Foto: Shutterstock

ROMA - Bisognerà attendere almeno un anno e mezzo prima di vedere locuste e grilli tra gli scaffali dei nostri supermercati. Malgrado il 1° gennaio sia entrata ufficialmente in vigore la normativa «Novel Food», l’autorizzazione relativa a un determinato nuovo alimento (che siano insetti o alghe), potrà essere rilasciata dall’UE solo ed esclusivamente dopo una procedura di un anno. In Italia, infatti, «non è stata ammessa alcuna commercializzazione di insetti» a livello nazionale, entro regimi di tolleranza come fatto in altri Paesi. Prima di vedere la pasta con farina di grillo prodotta da una startup italiana nei nostri supermercati, dunque, dovremo attendere almeno l’inizio del prossimo anno (se non addirittura di più).

Come funziona
Il regolamento sui Novel Food (CE 259/97) ha fatto discutere molto in questi mesi. Nella realtà dei fatti la possibilità di introdurre nuovi alimenti in Europa esiste già da diversi anni (dal 1997 ndr.), solo che davvero poche aziende si sono addentrate nel settore a causa delle lungaggini burocratiche e degli ingenti costi per ottenere l’autorizzazione. Se oggi, per ottenere un’autorizzazione, occorre circa un anno di tempo, fino al dicembre scorso le startup ci impiegavano tre anni e mezzo, con costi relativamente più alti. In questo regime altamente dispendioso, alcuni Governi nazionali hanno deciso di correre ai ripari, promuovendo una sorta di recinto legislativo all’interno del quale le aziende che producono cibo a base di insetti sono legittimate a farlo entro i limiti delle vigenti normative previste per la produzione e la commercializzazione degli animali. Ovviamente previa verifica di commestibilità da parte del ministero competente. E questo è il motivo per cui in Paesi come Francia, Olanda, Belgio e Regno Unito possiamo tranquillamente imbatterci in alimenti a base di insetti, tollerati dai Governi nazionali. E motivo per cui la Coop, la scorsa estate, ha cominciato a distribuire nei suoi supermercati svizzeri cibi a base di insetti.

L’Italia non è tollerante
L’Italia non ha mai adottato questo regime di tolleranza e nel 2013 il ministero della Salute ha emesso una circolare secondo cui nessuna azienda poteva né produrre né commercializzare cibi a base di insetti finché non sarebbe stata rilasciata l’autorizzazione (per la quale all’epoca ci volevano oltre 3 anni). Dopo l’introduzione del regolamento europeo (il 1° gennaio 2018), startup e aziende possono commercializzare cibi a base di insetti nel nostro Paese solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte dell’autorità europea. Mentre gli altri Paesi potranno continuare a operare nel regime di tolleranza, salvo ottenere anch’essi - entro due anni - l’autorizzazione da parte dell’UE.

Il processo non è comunque semplice
La nota di chiarimento del ministero della Salute parla chiaro: «al momento nessuna specie di insetto (o suo derivato) è autorizzata per l’impiego» in Italia. Malgrado l’autorizzazione dei Novel Food competa a livello europeo e valga poi in tutti gli Stati membri, una prima richiesta - come specifica il nostro sito nazionale - va fatta al ministero della Salute e non è neppure così economica (oltre 3mila euro). E’ poi il ministero a preparare, sulla base di una documentazione scientifica, una relazione di valutazione iniziale che viene inviata successivamente alla Commissione UE. Il processo, a quanto pare, risulta comunque abbastanza complesso poiché la documentazione relativa al nuovo cibo dovrà essere «approvata» anche da tutti gli altri Stati della Commissione europea. «L’atto finale è una decisione di autorizzazione (oppure di diniego) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità. Solo in caso di relazione di valutazione iniziale favorevole e nessuna obiezione motivata l'immissione può avvenire dietro autorizzazione rilasciata dallo stato membro che ha ricevuto la domanda», si legge sul sito del nostro ministero della Salute.

Non vedremo insetti per un po’
Benché il parere spetti alla Commissione UE, anche le autorità nazionali degli Stati membri dovranno acconsentire alla commercializzazione di un nuovo cibo nel territorio dell’Unione. Se ne deduce quindi che, non solo l’autorizzazione è strettamente legata al parere dello Stato in cui l’azienda ha la sede, ma che la sua relativa relazione potrà essere addirittura respinta da un altro Paese membro. Con la conseguenza che i tempi potrebbero essere altrettanto lunghi. Non sappiamo quando vedremo un ragù di grillo sulle nostre tavole. Potrebbe volerci davvero ancora molto, molto tempo.

Però li possiamo comprare
In ogni caso stiamo sempre parlando di divieto di somministrazione al pubblico (supermercati o ristoranti). La vendita ai privati è consentita. Potete trovare cibi a base di insetti su molti e-commerce. Questo è fatto da italiani. Noi ci siamo fidati. E voi?