29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
fintech

Il P2P lending alle PMI italiano? E' un quinto di quello dell’Europa continentale

Con i 110 milioni prestati alle imprese al terzo trimestre 2017, il nostro mercato si mostra molto dinamico. Nell ‘Europa ex UK a fine settembre il comparto valeva 500 milioni

Il P2P lending alle PMI italiano? E' un quinto di quello dell’Europa continentale
Il P2P lending alle PMI italiano? E' un quinto di quello dell’Europa continentale Foto: Shutterstock

MILANO - Chi ha detto che l’Italia è un nano in mezzo ai giganti? Nell’Europa ex UK, secondo AltFI, i business lender hanno erogato dall’inizio delle attività in tutto 497,6 milioni a cui vanno aggiunti i 217,8 dell’invoice financing. Poco più di 700 milioni di euro. In Italia (stavolta è il sito P2Plendingitalia a calcolarlo e si ferma ai primi nove mesi del 2017), le quattro piattaforme specializzate in prestiti alle imprese hanno invece generato un volume di prestiti di 109,5 milioni. Una cifra rilevante nel contesto generale – a maggior ragione considerando che a parità di perimetro, cioè guardando i dati a fine settembre dell’Europa ex UK, quel mercato valeva 500 milioni. In cui l’Italia pesava dunque per un quinto.

Svetta invece il Regno Unito, il modello al quale tutte le piattaforme continuano a ispirarsi: la sola Funding Circle, leader assoluta del mercato, ha erogato finora quasi 3 miliardi, la seconda per ammontare prestato alle imprese è Assetz Capital a quota 376 milioni: a cui vanno aggiunti circa 800 milioni erogati dagli altri business leader e il miliardo e 300 milioni di Market Invoice. Infine negli USA la parte del leone la fanno senza dubbio i prestiti personali, mentre quelli alle imprese ammontano ai 7,7 miliardi erogati dalla piattaforma OnDeck, sempre secondo i dati raccolti da Altfi.

Tornando in Italia, l’analisi disaggregata del segmento dedicato alle PMI mostra per i Prestiti alle Imprese (a medio e lungo termine) una crescita dei volumi a 20,3 milioni di euro. Il sub-segmento Sconto Fatture mostra invece una crescita dell’erogato da inception a 89,2 milioni di euro.Il segmento che ha le maggiori potenzialità di crescita nel nostro Paese, a guardare questi numeri, è senza dubbio quello del prestito alle PMI, che è esattamente il business di BorsadelCredito.it, grazie anche alla particolare conformazione del nostro tessuto imprenditoriale. La speranza è che anche chi ha il potere di decidere sblocchi quelle porte che ne consentirebbero uno sviluppo esponenziale.

Proviamo a fare un’analisi più dettagliata dei numeri. Allargando lo sguardo al P2P lending nel suo complesso, includendo cioè anche i prestiti personali, la somma erogata in Italia supera i 200 milioni (+222% anno su anno): quasi 40 milioni di nuovi prestiti nel terzo trimestre 2017, il 136% in più anno su anno. Solo nei primi nove mesi del 2017 il marketplace italiano ha raccolto oltre 105 milioni. Dunque, il P2P lending italiano continua a crescere a ritmi vertiginosi e per quanto si tratti ancora di briciole, è una buona notizia. Briciole se paragonate innanzitutto alla domanda potenziale del mercato che è di 50 miliardi, secondo KPMG, se limitiamo lo sguardo ai soli prestiti fino a 100mila euro che non marginano per le banche.

E anche se facciamo un confronto, per esempio, con la domanda monstre di PIR, che si attende raccolgano qualcosa come 10 miliardi all’anno per 5 anni, e che sono stati creati al fine di incentivare l’economia reale. In teoria, aggiungiamo noi, perché questo enorme flusso di liquidità che li ha travolti sarà molto difficile da collocare seguendo le regole che sono state stabilite: un portafoglio investito al 70% in strumenti quotati e non quotati di società quotate o no, residenti in Italia o con stabile organizzazione del nostro Paese; di cui il 30% fuori dal Ftse/Mib, il listino principale di Piazza Affari. E, in effetti, i flussi sono stati finora dirottati su Star, praticamente inesistenti persino su AIM: è sostanzialmente impossibile che i gestori scelgano di andare fuori dagli strumenti quotati (su società per cui non esistono ricerche, rating, possibilità di valutazione efficace dei fondamentali). Insomma, collocare 10 miliardi all’anno per cinque anni in quella che è la Borsa più rarefatta del mondo Occidentale sarà impresa ardua. A meno che il legislatore non si deciderà, come chiediamo da sempre prendendo ispirazione da quello che accade sul mercato britannico, a consentire l’investimento anche nel credito alternativo. E qualcosa pare si stia muovendo anche in questa direzione.

Cosa succede invece nel resto del mondo nel mercato complessivo (prestiti alle imprese e personali)? Nei 90 giorni al 31 ottobre 2017, sono stati erogati, ancora secondo i dati AltFi, circa 2,5 miliardi. Year to date, UK ha erogato 4,5 miliardi, gli USA 21 e l’Europa ex Regno Unito circa 1,2 miliardi. Da inception invece, il Regno Unito segna una raccolta di 13,2 miliardi, gli USA svettano a quota 68 miliardi e l’Europa si colloca poco sopra i 3 miliardi.