25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Economia

Milano, tra hi-tech e finanza: la ripresa italiana parte da qui

Solo nel 2016 il numero delle imprese milanesi iscritte al Registro delle Imprese è cresciuto del 1,5%, con una performance doppia rispetto al risultato regionale e quello nazionale.

MILANO - Sarà per gli alti grattacieli o per i locali affollati. Sarà che l’eterogeneità delle culture l’ha ormai resa la città italiana globalizzata per eccellenza. Milano è il luogo in cui oggi parte la nostra ricrescita economica, soprattutto quando volgiamo lo sguardo verso il futuro. Solo nel 2016 il numero delle imprese milanesi iscritte al Registro delle Imprese è cresciuto del 1,5%, con una performance praticamente doppia rispetto al risultato regionale e quello nazionale che si attesta allo 0,7%, per un totale di 296.404 imprese attive.(Camera di Commercio di Milano).

Milano attrae imprenditori esteri
Un polo economico che funge anche un po’ da calamità per i talenti esteri che qui, in Italia, vogliono lanciare il loro business. Secondo i dati della banca Reprint sono 3.600 le imprese straniere attive a Milano, le quali generano da sole un fatturato complessivo di 167,6 miliardi di euro (il 30% del totale generato dalle società estere presenti in Italia) e danno lavoro a 280mila persone. Ed è proprio a Milano che hanno sede anche la maggioranza delle sedi direzionali dei colossi tech attivi in Italia, come Google, Microsoft, Samsung o Amazon.

Polo direzionale
Dopo la crisi, Milano si sta più o meno velocemente trasformando in un polo direzionale, anziché produttivo, dove risiedono le sedi manageriali, mentre si decide di spostare quelle produttive altrove. Come nel caso della manifattura dove abbiamo nell’interland milanese il 18% di società a partecipazione estera, ma solo il 12% dei loro stabilimenti.

Cresce come hub finanziario
E Milano è anche il principale hub finanziario d’Italia, che piano piano - anche facilitato da Brexit - sta attirando i maggiori istituti di credito internazionali. Già oggi ospita 40 istituti di creduto stranieri, tra cui la tedesca Deutsche Bank, con il quartier generale della Bicocca, e Credit Suisse, che ha ricollocato a Milano alcune funzioni di marketing e product development. A breve Bnp Paribas trasferirà il quartier generale italiano nel nuovo quartiere direzionale di Porta Nuova. Sul fronte assicurazioni, invece, Allianz trasferirà entro l’anno 3mila dipendenti nella Torre Isozaki di City Life.

Sale il tasso di occupazione
Tutto questo significa, ovviamente, anche più lavoro. L’occupazione, infatti, prosegue la sua scia positiva che perdura da qualche anno: 32mila occupati in più, ovvero +2,3% rispetto al 2015, per un totale di un milione e 433mila occupati (un terzo dell’intera Lombardia). Il tasso di occupazione è del 68,4%: aumentano i dipendenti (+2,8%) e in particolare, crescono i contratti a tempo determinato (+11mila unità dalla scorsa rilevazione, +11,2% sul 2015). Le persone disoccupate (116mila unità) sono calate del -4,9% su base annua.

Le startup
Il numero di start up innovative è in aumento, ma il tasso di natalità è in diminuzione. Anche a Milano (dove risiede il 15% delle start up italiane), il 70% di esse risulta già iscritto nel registro entro il 2015: un chiaro sintomo di minore dinamicità rispetto al recente passato. Tre quarti delle start up innovative operano nei servizi (in particolare in servizi professionali alle imprese e attinenti l’Ict), ancor di più nella città metropolitana di Milano, dove la percentuale raggiunge l’83%. Le circa 3.900 start up innovative in Italia hanno generato nel 2015 un fatturato di circa 607 milioni di euro. Il 23% di questo fatturato complessivo è stato prodotto nella sola Milano, da 620 imprese. Di queste, 35 hanno prodotto un fatturato superiore a un milione di euro.