29 marzo 2024
Aggiornato 01:00
4 dicembre

Referendum, perché gli scienziati italiani voteranno SI'

Gli scienziati voteranno SI' al Referendum costituzionale perchè il NO rappresenta anche un'occasione persa per l'Italia

ROMA - Nel giorno in cui gli italiani con diritto di voto sono chiamati a decidere le sorti della nostra Costituzione italiana attraverso il referendum promosso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ci siamo chiesti quale fosse il parare degli scienziati italiani in merito alla riforma costituzionale promossa. A schierarsi, infatti, non sono stati solo gli imprenditori che hanno espresso il loro «sì», ma anche gli scienziati, firmando un appello che risulta essere il più firmato tra quelli lanciati in vista di oggi, 4 dicembre.

Gli scieziati voteranno SI’
L’appello degli scienziati, firmato da 574 professori tra cui brillano nomi eccelsi della scienza italiana, spinge verso «un sì pacato» per permettere un graduale processo di evoluzione. «Siamo convinti che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa e valorizzata», ma «non fossilizzandola», scrivono nel loro appello.  Laddove le «ragioni del NO» hanno «spesso l’effetto di disorientare l’elettore» la vittoria del NO «non sarà la sconfitta di Renzi ma la definitiva sconfitta di tutta la classe politica ed un’ulteriore occasione persa per l’Italia».

Un periodo storico diverso
Già, perchè l'Italia dei padri costituenti, quella del 1947 non è la stessa di oggi. Ha altre priorità. Se nel ’47 bisognava ricostruire un Paese distrutto dalla Guerra, oggi c’è bisogno di digitalizzarlo; se un tempo c’erano i viadotti da rifare oggi c’è l banda larga che ancora non ricopre l’intero territorio nazionale. E poi c’è la dissoccupazione giovanile, la rompetizione internaionale, le startup e l’Industria 4.0. Tutto diverso: una cosa certa però è che questo referondum arriva in un periodo storico di forte cambiamento industriale, aziendale e imprenditoriale.

Abolizione del bicameralismo perfetto
La riforma, per quanto «pasticciata» rappresenta quindi anche per gli scienziati, così come per gli imprenditori, un’opportunità per cambiare, per spingere l’Italia a un’innovazione politica, oltre che scientifica e imprenditoriale. In particolare, a convincere gli scienziati a propendere per il sì, è stata la norma che prevede la fine del bicameralismo perfetto che permetterà di «sveltire il processo legislativo» e di «dare rappresentanza più effettiva alle autonomie locali».

Voterà sì il 98% degli imprenditori italiani
A votare SI’ sarà anche il 98% dei top manager italiani che fanno parte delle 100 aziende più grandi del Belpaese. Votare sì al referendum del 4 dicembre significa fare innovazione, essere disposti a cambiare le cose, in un momento storico che - di fatto - è soggetto a una rivoluzione senza precedenti, ovvero quella digitale. «Stiamo facendo una scelta tra cambiamento e innovazione da una parte e su immobilismo e conservazione dall'altra: è normale che gli imprenditori, che da decenni chiedono riforme strutturali, siano a favore» del referendum, ha affermato il presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti.