9 settembre 2024
Aggiornato 17:30
il 4 dicembre

Referendum, perché il 98% dei top manager voterà sì

Secondo un sondaggio di Bloomberg news, il 98% dei top manager italiani voterà sì. Ecco 10 ragioni che spingono gli imprenditori del Belpaese a sostenere Matteo Renzi

ROMA - Referendum come scelta all’innovazione. Mancano davvero poche ore al giorno in cui il popolo italiano sarà chiamato alle urne per esprimere il proprio voto al referendum costituzionale in programma per il 4 dicembre. Un referendum che ha spaccato il Paese e che vede contrapposte non solo fasce politiche, ma anche economiche. Mai come prima di questo referendum anche il popolo degli imprenditori si sente ed è di fatto chiamato in causa. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg news il 98% dei top manager italiani che fanno parte delle 100 aziende più grandi del Belpaese voteranno sì. Se da una parte i cittadini sono più per il no, dall’altra il comparto di presidenti ed amministratori di grandi società sono compatti e uniti sulla linea di Matteo Renzi. Un comparto non da poco, considerato il loro peso sul mercato che si attesta intorno a valori di 240 miliardi di euro.

I top manager voteranno sì
Votare sì al referendum del 4 dicembre significa fare innovazione, essere disposti a cambiare le cose, in un momento storico che - di fatto - è soggetto a una rivoluzione senza precedenti, ovvero quella digitale. «Stiamo facendo una scelta tra cambiamento e innovazione da una parte e su immobilismo e conservazione dall'altra: è normale che gli imprenditori, che da decenni chiedono riforme strutturali, siano a favore» del referendum, ha affermato il presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti. «Il problema principale è che il dibattito" sul referendum "si è spostato dal merito della riforma a un voto politico sul governo. Se si chiede agli italiani se vogliono un sistema politico più efficiente e meno costoso, chi direbbe no?». Tra i top manager che si sono espressi a favore del sì troviamo Vincenzo Boccia, numero uno di Confindustria, Marco Tronchetti Provera, ad di Pirelli e Roberto Moncalvo di Coldiretti,

Dieci motivi per votare sì
Considerando il gap tecnologico che ci allontana dagli altri paesi, dove gli imprenditori risultano decisamente più agevolati anche sotto l’aspetto burocratico, ecco 10 motivi, selezionati da #oraSIcambia, per cui la riforma costituzionale prevista da Matteo Renzi, migliorerebbe notevolmente la vita ai top manager italiani.

1. Più stabilità e sicurezza: la fine del bicameralismo perfetto garantirà una maggiore stabilità e governabilità del Paese

2. Meno tasse: le Regioni non potranno aumentare a piacimento le tasse regionali

3. Tassi d’interesse bassi: l’instabilità fa crescere lo spread, perciò gli interessi, perciò i mutui

4. Più investimenti: si creerà una miglior collaborazione tra Stato ed Enti locali mentre la velocizzazione dell'iter legislativo favorirà anche gli investimenti stranieri

5. Meno debito pubblico: riducendo costi della politica, sprechi e duplicazioni, si pagheranno meno tasse

6. Spesa pubblica: aumenterà il controllo sulla quantità e qualità della spesa degli Enti locali

7. Leggi più veloci: la fine del bicameralismo paritario garantirà una maggiore stabilità e governabilità del paese

8. Meno soldi alla politica: sono aboliti i rimborsi ai gruppi politici delle Regioni

9. Più stabilità economica: miglior governabilità e trasparenza sono precondizioni essenziali per lo sviluppo economico a medio termine

10. La riforma è modernizzazione