19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Emergenza coronavirus

Donald Trump: «Avrei voluto che la Cina ci avesse avvisato prima»

Il Presidente americano: «Non lo abbiamo saputo fino a quando non è stata questione pubblica». Intanto secondo il Washington Post l'Intelligence USA avvertì Trump su pericolo epidemia

Video Agenzia Vista

WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto oggi in conferenza stampa alla Casa Bianca che avrebbe preferito essere informato prima dalla Cina della diffusione del coronavirus nella Repubblica popolare. «Ho un grande rispetto per la Cina, mi piace la Cina. Ho un rapporto straordinario con il presidente Xi. Avrei voluto che ci avessero avvisato prima di cosa stava succedendo. Non lo abbiamo saputo fino a quando non è diventata una questione pubblica», ha commentato Trump, secondo quanto riferisce la stampa americana.

Ci avviciniamo ad accordo su aiuti economia USA

«Ci stiamo avvicinando» a un accordo per un piano di aiuti per far fronte all'epidemia di coronavirus negli Stati Uniti. «Non c'è mai stato niente di simile a quello che stiamo facendo al Congresso in questo momento. Stanno negoziando. Mitch McConnell, Chuck Schumer, tutti sono lì, Kevin McCarthy e Nancy Pelosi. Stanno tutti negoziando e tutti stanno lavorando sodo e vogliono arrivare a una soluzione che sia quella giusta», ha commentato Trump.

Trump ha offerto aiuto in lettera a Kim

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un ha ricevuto una lettera da Donald Trump, in cui il presidente Usa ha proposto un piano per lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi ed ha offerto l'aiuto di Washington alla Nordcorea nella gestione del coronavirus. Lo hanno annunciato oggi le autorità di Pyongyang, citate dall'agenzia Kcna.

Intelligence avvertì Trump su pericolo epidemia

Negli scorsi mesi di gennaio e febbraio, le agenzie di intelligence americane avevano redatto una serie di rapporti classificati per avvertire il presidente Donald Trump sul pericolo posto dal coronavirus a livello mondiale. Lo scrive il Washington Post, citando funzionari Usa a conoscenza dei dossier e ricordando che nello stesso periodo Trump e alcuni deputati statunitensi continuavano a minimizzare i rischi posti dal Covid-19.

In nessuno di questi rapporti, secondo quanto si legge, si indicava il presunto inizio dell'epidemia anche negli Usa, né si raccomandavano particolari misure sanitarie per il contenimento del contagio. Gli 007 americani, piuttosto, avevano tracciato la diffusione del coronavirus in Cina e in altri Paesi nel mondo, e ricordato ai destinatari dei rapporti - in particolare al presidente Trump - che la leadership di Pechino stava ridimensionando la gravità del pericolo e la portata dell'epidemia.

USA terzo Paese per numero contagi: oltre 25.000

Gli Stati Uniti sono diventati il terzo paese nel mondo per numero di contagi di coronavirus, con 25.493 casi di positività accertata, dopo Cina e Italia e davanti alla Spagna. Lo riferisce la stampa statunitense, ricordando che nelle ultime 24 ore sono stati accertati circa 8.000 nuovi casi di infezione. Il numero delle vittime per il contagio è salito ad almeno 307.

Vicepresidente Pence e la moglie negativi a test

Il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence e sua moglie Karen sono risultati negativi al test sul coronavirus, a cui sono stati sottoposti dopo la positività rilevata su un collaboratore del vice di Donald Trump. Lo ha annunciato nella notte la responsabile della comunicazione di Pence, Katie Miller, su Twitter. «Lieta di riferire che i risultati del test sul Covid-19 sono negativi sia per il vicepresidente Mike Pence che per la moglie Karen».