19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
Il coronavirus in Cina

Allarme coronavirus, parola d'ordine: evitare nuova SARS

Messaggio ai funzionari cinesi: «Chiunque deliberatamente ritardi e nasconda notizie sui casi di contagio contro i suoi stessi interessi sarà inchiodato al pilastro della vergogna per l'eternità»

Allarme coronavirus, parola d'ordine: evitare nuova SARS
Allarme coronavirus, parola d'ordine: evitare nuova SARS Foto: ANSA

PECHINO (ASKANEWS) - Mentre i Paesi vicini cominciano ad alzare le barriere nel timore che il nuovo coronavirus che sta velocemente alimentando un'epidemia in Cina meridionale si diffonda, a Pechino si lanciano avvertimenti chiari: gli errori di sottovalutazione, le reticenze che caratterizzarono anni fa la risposta all'epidemia di SARS e che peggiorarono la situazione non si devono ripetere. La Commissione affari politici e legali cinese - secondo quanto riferisce oggi il South China Morning Post - ha lanciato un monito che rasenta la maledizione: «Chiunque ponga la faccia dei politici davanti agli interessi del popolo, sarà considerato il peccatore del millennio per il partito e per il popolo. (...) Chiunque deliberatamente ritardi e nasconda notizie sui casi di contagio contro i suoi stessi interessi sarà inchiodato al pilastro della vergogna per l'eternità».

Gli errori del 2002-2003

La presa di posizione viene all'indomani dell'ordine chiarissimo del presidente Xi Jinping, per il quale l'epidemia va «risolutamente contenuta». La preoccupazione è non ripetere i gravi errori che furono commessi nel 2002-2003, quando i funzionari preposti fecero di tutto per minimizzare e nascondere il tasso preoccupante di diffusione della SARS, grave sindrome respiratoria acuta, contribuendo così a ritardare le azioni di contenimento. Alla fine l'epidemia portò a 700 morti e al discredito per il sistema di controllo delle epidemie cinese. La lezione, all'epoca, fu dura. «Ingannare noi stessi vuol dire rendere l'epidemia peggiore, che rischierebbe di trasformarsi da un controllabile disastro naturale in un costosissimo disastro creato dall'uomo», ha spiegato la commissione.

Al momento siamo ancora molto lontani dai danni creati dalla SARS. In tutto sono stati rilevati 220 contagi, con quattro decessi. L'epicentro è la città di Wuhan, ma ci sono stati contagi anche in Guangdong, Pechino e Shanghai. A Guangdong è stata inviata una squadra di ricercatori guidata dal professor Zhong Nanshan, che fu a capo della task force per combattere la SARS 17 anni fa. Ieri proprio questo esperto ha confermato che è stato rilevato anche il contagio da umano a umano del virus, il che lo rende particolarmente pericoloso.

Un allarme che è aggravato dal periodo

I festeggiamenti per il capodanno lunare sono l'occasione per i cinesi di viaggiare e questi movimenti rischiano di accelerare il tasso di diffusione del virus. La preoccupazione, intanto, corre anche più veloce del virus. In Giappone il primo ministro Shinzo Abe ha tenuto una riunione del governo, nella quale ha ordinato la massima vigilanza e il rafforzamento delle regole di quarantena. «Sebbene non sia in una situazione in cui sia confermata una trasmissione continuativa da umano a umano, il numero di pazienti sta crescendo in Cina. Dobbiamo essere vigili», ha affermato il capo del governo di Tokyo.

Anche le autorità di quarantena della Corea del Sud sono state messe in massima allerta, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Yonhap. Peraltro all'Aeroporto di Seoul è stato confermato che una donna cinese di 35 anni, proveniente da Wuhan, è stata fermata e messa in quarantena in un'area isolata perché contagiata, anche se non ha contratto la polmonite.

A Ginevra è in calendario una riunione d'emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) proprio valutare il rischio presentato dal contagio e se segnalarlo come minccia sanitaria globale.