29 aprile 2025
Aggiornato 17:00
Cina

L'accusa: lavaggio del cervello a uiguri in campi Xinjiang. Ma Pechino nega: «Sono solo centri d'istruzione»

Inchiesta dei media su documenti ufficiali delle autorità cinesi, ottenuti dall'International Consortium of Investigative Journalists (Icij) e pubblicati da 17 organi d'informazione, tra cui la Bbc

Lavaggio del cervello a uiguri in campi Xinjiang. Ma Pechino nega: «Sono solo centri d'istruzione»
Lavaggio del cervello a uiguri in campi Xinjiang. Ma Pechino nega: «Sono solo centri d'istruzione» Foto: ANSA

PECHINO - Centinaia di migliaia di musulmani detenuti nella regione dello Xinjiang, in Cina, sono stati sottoposti a un «sistematico lavaggio del cervello», secondo alcuni documenti ufficiali delle autorità cinesi, ottenuti dall'International Consortium of Investigative Journalists (Icij) e pubblicati da 17 organi d'informazione, tra cui la Bbc.

I documenti contraddicono la versione ufficiale da sempre sostenuta da Pechino sui campi nello Xinjiang, secondo la quale i campi offrono istruzione e formazione volontaria contro l'estremismo alla minoranza degli uiguri. E infatti, le direttive delle autorità qualificano i detenuti come «studenti» che devono «ottenere un diploma».

Ma i documenti ottenuti dal consorzio dimostrano che il governo cinese ha dato precise istruzioni, approvate nel 2017 dal capo delle forze di sicurezza dello Xinjiang, su come gestire i campi, come prigioni di massima sicurezza, attraverso l'imposizione di rigidissimi controlli, punizioni, il divieto di contatti con il mondo esterno, la detenzione, persino le procedure da seguire in caso di malattia.

Le linee guida includono un sistema a punti per valutare la «trasformazione ideologica» dei detenuti, il loro «rispetto per la disciplina» e il loro zelo per «lo studio».

«Le porte dei dormitori e dei corridoi devono essere chiuse a doppia mandata. Una sorveglianza video completa deve essere istituita nei dormitori e nelle aule, senza punti ciechi, in modo che le guardie possano monitorare in tempo reale, registrare tutto in dettaglio e segnalare immediatamente eventi sospetti», si legge sui documenti.

Le linee guida prevedono che gli «studenti» debbano rimanere in detenzione per almeno un anno, anche se questa norma non è sempre applicata, secondo le testimonianze di ex detenuti raccolte dall'ICIJ.

A Londra, l'ambasciata di Cina ha negato l'autenticità dei documenti pubblicati, definendoli «pura falsificazione» e «falsa informazione». «Non ci sono documenti o ordini per i cosiddetti 'campi di detenzione'», ha spiegato la sede diplomatica. «Centri di formazione e addestramento professionale sono stati istituiti allo scopo di prevenire il terrorismo», ha dichiarato ancora l'ambasciata in una nota inviata al quotidiano The Guardian, che fa parte dei media che hanno pubblicato i documenti.