26 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Commercio estero

La Cina è «contraria a un'escalation nella guerra commerciale» con gli Stati Uniti

Trump ha annunciato venerdì che intende aumentare i dazi su importazioni cinesi per un valore di 250 miliardi di dollari dal 25 al 30% dal primo ottobre

Il Presidente americano, Donald Trump al G7 in Francia
Il Presidente americano, Donald Trump al G7 in Francia Foto: ANSA

PECHINO - La Cina è «contraria a un'escalation nella guerra commerciale» con gli Stati Uniti e vorrebbe «negoziati tranquilli». L'ha detto oggi il vicepremier cinese Liu He, che è il caponegoziatore nel dossier, la settimana dopo che una serie di mosse di entrambi i contendenti hanno fatto ulteriormente salire la tensione. Oggi il presidente Usa Donald Trump ha ha annunciato che i negoziati sul commercio con Pechino riprenderanno «molto presto» su richiesta di Pechino.

Escalation di «minacce»

Gli Usa hanno annunciato venerdì che intendono aumentare i dazi su importazioni cinesi per un valore di 250 miliardi di dollari dal 25 al 30 per cento dal primo ottobre e su altre merci per un valore di 300 miliardi di dollari dal 10 al 15 per cento dal primo settembre. Questo in risposta alla mossa della Cina, sempre di venerdì, che ha annunciato di voler imporre un aumento dei dazi dal 5 al 10 per cento su prodotti americani - tra i quali soia, maiale e per la prima volta greggio - per un valore di 75 miliardi di dollari. Inoltre Pechino ha reintrodotto un dazio punitivo per le auto Usa e per i componenti auto, portando il dazio totale su questi prodotti al 40 per cento.

Pechino punta a negoziati «tranquilli»

«Vogliamo risolvere la disputa commerciale con Usa attraverso negoziati tranquilli», ha detto Liu parlando a Chongqing presso lo Smart China Expo. «Ci opponiamo risolutamente - ha continuato - all'escalation nella guerra commerciale, che non fa bene né agli Usa né alla Cina. Non fa bene al mondo».

Lo yuan crolla ai minimi nei confronti del dollaro

La Banca centrale cinese (PBoC) ha immesso nuova liquidità nel sistema bancario, pari a 150 miliardi di yuan, sulla scia dell'escalation delle tensioni commerciali tra Usa e Pechino. I prestiti della durata di un anno (Medium-Term Lending Facility) hanno un tasso di interesse del 3,3%, in linea coi tassi della precedente erogazione. Lo yuan crolla ai minimi degli 11 anni nei confronti del dollaro. Ad affossare la moneta cinese l'inasprirsi della guerra commerciale con gli Stati Uniti dopo l'escalation di venerdì, che rischia pesantemente di pesare sull'intera crescita economica globale. Lo yuan è sceso oggi fino a un minimo di 7,15 per dollaro, sui minimi da febbraio 2008.