26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Esteri

Bruxelles, sì dei Paesi Ue all'accordo. Ma c'è chi spinge per un nuovo referendum

L'annuncio del presidente del Consiglo europeo Donald Tusk. Blair: «Dobbiamo rivotare». E il partito unionista è pronto a far cadere il governo May

Il primo ministro britannico Theresa May
Il primo ministro britannico Theresa May Foto: ANSA/AP Photo/Matt Dunham, Pool ANSA

BRUXELLES - I Capi di Stato e di governo dell'Ue, riuniti a Bruxelles, hanno dato il via libera all'accordo sulla Brexit e alla dichiarazione politica sulle future relazioni bilaterali negoziati con Londra: lo ha reso noto il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk. «Il Consiglio europeo ha approvato l'accordo di recesso del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall'Unione Europea e dalla Comunità europea per l'Energia Atomica», si legge nel comunicato del vertice. L'Ue, concludono i Ventisette, intende instaurare dopo la Brexit una relazione «il più stretta possibile» con Londra.

Il ministro Esteri Gb: «Accordo può essere migliorato»
L'accordo sulla Brexit approvato oggi dai Ventisette «è un compromesso, non è perfetto, ma potrebbe costituire un punto di partenza verso una situazione che potrebbe darci il 100% di quello che vogliamo»: questa la posizione del ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, intervistato dalla Bbc. Secondo Hunt l'accordo mitiga la maggior parte degli effetti negativi della Brexit, e il governo pubblicherà un'analisi con il paragone con al situazione attuale: «Se viene offerto un accordo che concede la maggior parte di ciò che si vuole dovrebbe essere accettato, e si può cercare di migliorarlo più avanti». Il Ministro ha infine ammesso che l'approvazione dell'accordo da parte del Parlamento britannico «rappresenta una sfida», anche se non ha quantificato il numero di deputati conservatori che voteranno contro. Certo, una bocciatura creerebbe «una grande incertezza», ma non creerebbe alcun ostacolo alla permanenza di Theresa May alla guida del governo.

Blair: «Dobbiamo votare un secondo referendum» 
Ma da Londra soffiano venti di guerra sull'accordo. L'ex premier britannico Tony Blair, intervistato dalla Bbc dopo il via libera dei Ventisette all'accordo di recesso negoziato, chiede che i britannici votino un nuovo referendum che offra come alternativa una Brexit senza accordo o la possibilità di rimanere nell'Ue. Secondo Blair le affermazioni del premier Theresa May secondo cui l'accordo rispetta il risultato del referendum e regola definitivamente la questione sono sbagliate, poiche da una parte i Brexiters sono insoddisfatti e dall'altra gli elettori non appoggiano l'accordo. Alla domanda se un nuovo referendum non sarebbe come essere eletto e poi non riuscire a governare perché le elezioni devono essere ripetute, Blair ha replicato: «Ciò che sta accadendo è più come essere eletto come Primo ministro laburista e poi dichiararsi conservatore».

Dup: «Fine sostegno a May se passerà l'accordo»
Dall'altra parte il Dup, principale partito unionista nordirlandese e stampella del governo del premier conservatore Theresa May, potrebbe mettere fine alla sua cooperazione con l'esecutivo se l'accordo sulla Brexit - approvato questa mattina dai Ventisette a Bruxelles - dovesse superare anche lo scoglio del Parlamento britannico. Arlene Foster, la leader del Dup, intervistata dalla Bbc ha sottolineato che se May intendesse porre la questione di fiducia il suo partito deciderà sul da farsi, ma non si è impegnata a sostenere la premier.