28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Corea del Nord

Guerra nucleare in Corea del Nord? Risponde Papa Francesco

A chi gli domandava della corsa agli armamenti e della situazione coreana, il Papa ha risposto, sul volo di ritorno dalla Colombia, citando un passo dell'Antico Testamento

Papa Francesco
Papa Francesco Foto: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI ANSA

VATICANO - Il preannunciato convegno sul disarmo nucleare che si svolgerà in Vaticano il 10-11 novembre con il sostegno delle Nazioni Unite "non è una mediazione" tra Stati Uniti e Corea del nord: lo precisa il direttore della sala stampa vaticana Greg Burke, sottolineando che, a differenza di come l'evento viene presentato oggi sulla stampa, si tratta di un "convegno di alto livello». Il convegno, organizzato dal dicastero vaticano per la Promozione umana integrale, includerà interventi del Papa, del segretario generale dell'ONU, dell'alto rappresentante per gli affari esteri dell'Ue. La posizione del Papa sul tema, del resto, è nota. In occasione dell'odierna Giornata Internazionale dell'Onu per la totale eliminazione delle armi nucleari, il Papa aveva scritto su Twitter: "Impegniamoci per un mondo senza armi nucleari, applicando il Trattato di non proliferazione per abolire questi strumenti di morte".

Papa: "Lotta di interessi che mi sfuggono"
A chi gli domandava della corsa agli armamenti e della situazione coreana, il Papa ha risposto, sul volo di ritorno dalla Colombia: "Mi viene in mente una frase dell'Antico Testamento: l'uomo è uno stupido, è un testardo che non vede. L'unico animale del creato che mette la gamba nella stessa buca, è l'uomo. Il cavallo e gli altri no, non lo fanno. C'è la superbia, la presunzione di dire: "No, ma non sarà così?». E poi c'è il "dio Tasca", no? Non solo riguardo al creato: tante cose, tante decisioni, tante contraddizioni e alcune di queste dipendono dai soldi. Oggi, a Cartagena, io ho incominciato da una parte, chiamiamola, povera, di Cartagena. Povera. L'altra parte, la parte turistica, lusso e lusso senza misure morali, diciamo. Ma quelli che vanno di là, non si accorgono di questo? O gli analisti sociopolitici, non si accorgono? L'uomo è uno stupido, diceva la Bibbia. E così, quando non si vuol vedere, non si vede. Si guarda soltanto da una parte. Non so, e della Corea del Nord, ti dico la verità, io non capisco, davvero. Perché davvero non capisco quel mondo della geopolitica, è molto forte [arduo] per me. Ma credo che, per quello che vedo, lì c'è una lotta di interessi che mi sfuggono, non posso spiegare davvero. Ma l'altro aspetto è importante: non si prende coscienza. Pensa a Cartagena, oggi. Ma questo è ingiusto, e si può prendere coscienza? Questo mi viene in mente".

Un convegno la prossima settimana in Vaticano
"Il Santo Padre lavora con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari, come lui stesso ha ribadito lo scorso mese di marzo in un messaggio indirizzato all'ONU riunita a tale scopo». Lo dichiara il direttore della sala stampa vaticana Greg Burke. "Proprio per questo ci sarà un importante convegno la prossima settimana, 'Perspectives for a World Free from Nuclear Weapons and for Integral Development', organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Ma - conclude la nota - è falso parlare di una mediazione da parte della Santa Sede». Nel messaggio inviato a marzo scorso a Elayne Whyte Gómez Presidente della Conferenza delle Nazioni Unite finalizzata a negoziare uno strumento legalmente vincolante per proibire le armi nucleari, che conduca verso la loro totale eliminazione, il Papa, tra l'altro, scriveva: "Se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l'inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide".

Quando è sostenibile un equilibrio basato sulla paura?
"Siffatte preoccupazioni assumono ancor più consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio. Simile motivo di preoccupazione emerge di fronte allo spreco di risorse per il nucleare a scopo militare, che potrebbero invece essere utilizzate per priorità più significative, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, così come la lotta alla povertà e l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli".