7 dicembre 2023
Aggiornato 17:00
Libia

Libia, il figlio di Gheddafi: Italia fascista, ripete lo scenario Nato

Saif al Islam, figlio del defunto leader libico Muammar Gheddafi, ha accusato l'Italia di una politica coloniale e fascista verso la Libia, ricordando che è stata l'Italia a rovinare i rapporti con Tripoli consentendo agli aerei della Nato di partire dalle proprie basi, nel 2011

Il figlio di Gheddafi Said al-Islam
Il figlio di Gheddafi Said al-Islam Foto: ANSA / SABRIEL MHEDWI ANSA

ROMA - Saif al Islam, figlio del defunto leader libico Muammar Gheddafi, ha accusato l'Italia di una politica coloniale e fascista verso la Libia, ricordando che è stata l'Italia a rovinare i rapporti con Tripoli consentendo agli aerei della Nato di partire dalle proprie basi, nel 2011, per bombardare città e territorio libico. Per il secondogenito di Muammar Gheddafi, riporta la tv Libya 24, l'Italia considera ancora le spiaggie di Tripoli come una colonia di Roma. Le accuse di Saif al Islam arrivano all'indomani dell'arrivo a Tripoli di una nave italiana per la missione di supporto alla Guardia costiera libica nella lotta ai trafficanti di migranti, concordata dall'Italia con il governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj. Missione bocciata dal parlamento di Tobruk, che non riconosce la validità dell'accordo raggiunto da Sarraj con Roma, e che ha portato il generale Khalifa Haftar a dare ordine a Marina e Aeronautica che rispondono ai propri ordini di intercettare navi stranieri in acque libiche, ad eccezione di quelle commerciali.

Come nel 2011?
«Eccoli gli italiani che ripetono la scenario Nato provocando i sentimenti dei libici e l'amore verso la loro terra con l'invio di navi militari a violare la sovranità della Libia a causa del comportamento irresponsabile di alcuni funzionari libici», ha detto Saif, citato da una fonte all'emittente libica.

Il figlio di Gheddafi
Saif Al Islam è stato liberato lo scorso giugno da una milizia della città di Zintan, ma su di lui pende un mandato di arresto per crimini contro l'umanità che sarebbero stati commessi durante gli otto mesi della rivolta del 2011 che si concluse con la morte del padre. Stando ad alcune informazioni, oggi si troverebbe a Beida, nell'Est della Libia controllato da Haftar. In un'intervista rilasciata a fine luglio al quotidiano saudita Al Hayat, Haftar ha detto che Saif "è un cittadino libico comune e io non l'ho incontrato, ma ho seguito i suoi movimenti dopo il suo rilascio. Non ho nulla di personale contro di lui, al contrario gli do il benvenuto e se vuole avere un ruolo politico non c'è problema".