28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
L'intervista al Corriere

Europa, Macron: «Serve un'integrazione più forte della zona euro»

Per l'Europa Emmanuel Macron, da poche settimane presidente francese, ha grandi progetti. Progetti sbandierati durante la campagna elettorale, e che il capo dell'Eliseo tiene a ribadire alla vigilia del Consiglio europeo in un'intervista al Corriere della Sera

PARIGI - Per l'Europa Emmanuel Macron, da poche settimane presidente francese, ha grandi progetti. Progetti sbandierati durante la campagna elettorale, e che il capo dell'Eliseo tiene a ribadire alla vigilia del Consiglio europeo in un'intervista al Corriere della Sera. La prima da Presidente. A suo avviso, l’Europa ha la missione storica di «difendere la libertà e la democrazia» minacciate da demagogia e estremismi. Possibilmente, mediante un rilancio della coppia franco-tedesca, «altrimenti l’Europa balbetta». «La democrazia non si costruisce dall’esterno senza coinvolgere i popoli, la guerra in Libia è stata un errore», afferma. 

Leadership francese?
Macron non vuole apparire presuntuoso, ed evita di parlare di una leadership francese. Ma afferma con forza la necessità di combattere la crisi in cui versano le democrazie occidentali. «Quando guardiamo il Pianeta oggi, che cosa vediamo? Un’ascesa delle democrazie illiberali e degli estremismi in Europa, il risorgere di regimi autoritari che mettono in discussione la vitalità democratica, e gli Stati Uniti d’America che in parte si ritirano dal mondo. Le crisi si moltiplicano in Medio Oriente e nel Golfo, le ineguaglianze si aggravano ovunque nel mondo».

Instabilità
Instabilità che provengono, a suo dire, dalle profonde disuguaglianze create dall'ordine mondiale e dal terrorismo. Ecco perché, per Macron, è necessario «difendere il nostro bene comune, ovvero la libertà e la democrazia, e capire come possiamo vincere questa battaglia di cui l’Europa, ne sono convinto, porta la responsabilità». E, per Macron, l’Europa «è il solo luogo al mondo dove le libertà individuali, lo spirito democratico e la giustizia sociale si sono sposati fino a questo punto. Il punto è se l’Europa riuscirà a difendere i suoi valori profondi, dei quali ha irrigato il mondo per decenni, o se scomparirà davanti all’ascesa delle democrazie illiberali e dei regimi autoritari»

Un'Europa che ci protegga
Dal punto di vista economico, la stessa Germania «che si è riformata una quindicina di anni fa, si rende conto oggi che questa situazione non è più sostenibile». Macron, per la coppia franco-tedesca, pensa a un’alleanza basata sulla fiducia. «Vorrei tornare allo spirito di cooperazione che esisteva un tempo tra François Mitterrand e Helmut Kohl. Non si va a un Consiglio europeo senza avere una posizione comune. Non vuol dire che siamo d’accordo su tutto, ma che non vogliamo perdere tempo a chiedere agli altri di risolvere i nostri disaccordi. Altrimenti l’Europa balbetta e la chiave per ripartire è un’Europa che protegga».

Immigrazione e euro
L'immigrazione, innegabilmente, è l'argomento chiave. «Il sistema attuale fa portare solo su alcuni Paesi tutto il peso e non potrà resistere alle prossime ondate migratorie. Credo in un’Europa che protegge le sue frontiere esterne, assicura la sua sicurezza tramite la cooperazione delle polizie e della giustizia nella lotta contro il terrorismo, un’Europa che protegga contro gli squilibri della globalizzazione. È questa la prima tappa». Il «globalismo» di Macron sembra dunque aver preso in prestito a spizzichi e bocconi qualche rivendicazione dalla sinistra e dal Front National. Quanto all'euro, invece, la posizione rimane la stessa: «Ci vuole un’integrazione più forte della zona euro prima di passare alla tappa successiva. Per questo difendo con vigore l’idea di un budget della zona euro, dotato di una governance democratica».

La Germania può cambiare
Il Presidente francese è speranzoso che la Germania accetterà di cambiare. «Nei prossimi anni la Germania spenderà più della Francia in materia di difesa. Chi l’avrebbe mai creduto possibile?», riflette, facendo capire che un simile cambiamento è realizzabile anche su altri temi, più spiccatamente economici. Il tutto, per vincere i nazionalismi. Perché, spiega, «gli egoismi nazionali sono dei veleni che agiscono lentamente, indeboliscono le nostre democrazie e la capacità collettiva ad affrontare questa sfida. So che la cancelliera ne è cosciente»

Un'Europa in ordine sparso
L’Europa si presenta oggi in ordine sparso, a Est molti Paesi hanno scelto dei regimi autoritari. Come gestire un’Europa così divisa? 
Per Macron, «l’Europa non è un supermercato, è un destino comune. I Paesi che non ne rispettano le regole devono trarne tutte le conseguenze politiche. E non è solo un dibattito Est-Ovest. Parlerò con tutti e con rispetto, ma non transigerò sui principi dell’Europa, sulla solidarietà e i valori democratici»