6 ottobre 2024
Aggiornato 18:30
Il caso

La guerra tra Russia e Ucraina passa anche dalle banche

Dopo che l'istituto di credito russo Sberbank ha deciso di accettare documenti e passaporti delle repubbliche separatiste, è esplosa la protesta a Kiev

KIEV – La guerra tra Ucraina e Russia passa anche attraverso il sistema finanziario. E non solo perché Kiev ha un consistente debito nei confronti di Mosca, circa 3 miliardi di euro che qualche mese fa l'alta corte di Londra ha dichiarato da restituire, nonostante le proteste ucraine. L'ulteriore «miccia» nelle complicate relazioni tra i due Paesi riguarda infatti le banche. Alcuni militanti nazionalisti sono infatti scesi in piazza a Kiev, chiedendo al Governo di chiudere tutti gli istituti di credito russi presenti nel Paese.

La manifestazione
In particolare, sono state prese d'assalto le sedi della Sberbank, il principale istituto bancario russo controllato dal Cremlino, tappezzando le serrande con manifesti e striscioni. «Questa è la banca di un Paese aggressore e sarà chiusa!», «Ritirate i vostri soldi urgentemente!», «Morte alle banche russe», sono state le frasi scritte.

I passaporti della discordia
Non è però la prima volta che una protesta del genere va in scena nel Paese: anche il mese scorso ci sono state simili manifestazioni. La tensione, però, è ulteriormente salita dopo che l'istituto preso di mira, Sberbank, ha annunciato di voler estendere i propri servizi anche ai cittadini con passaporto delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk. Il tutto, a seguito della recente decisione di Vladimir Putin, fortemente contestata da Kiev, di riconoscere passaporti, documenti d'identità targhe dei veicoli e altri documenti ufficiali rilasciati dalle autorità di Dontetsk e Lugansk.

Difficoltà burocratiche
Secondo il presidente della Repubblica Popolare di Lugansk, il riconoscimento concesso dalla Russia dei documenti del territorio separatista ha contribuito a risolvere una serie di problemi per i suoi residenti. Lo scorso 3 marzo, il rappresentante russo all’Osce, Alexander Lukashevich, aveva sottolineato che un simile riconoscimento non violava gli accordi di Minsk. In effetti, la scelta dell'istituto di credito intendeva rispondere alla difficoltà condivise dalle 30 maggiori banche del Paese di accettare i documenti delle repubbliche separatiste. Molti istituti l’8 marzo rifiutavano ancora di servire le persone con questo documento, asserendo difficoltà burocratiche interne. A seguito di ciò, dunque, anche lo Sberbank ha fatto sapere di aver cominciato ad erogare i propri servizi anche alle persone residenti in quelle regioni in possesso di regolare passaporto.

L'Ucraina risponde con sanzioni
Il tutto, a poche settimane dalla riesplosione della violenza a Donetsk, dove gli scontri tra i filorussi e l'esercito di Kiev hanno lasciato sul terreno i segni dell'artiglieria pesante. La tensione è, insomma, altissima, e la mossa di Sberbank ha scatenato ulteriori malumori. La Banca centrale ucraina ha deciso di introdurre sanzioni contro l'istituto. «Se questa informazione fosse confermata», ha annunciato la Banca centrale ucraina in una dichiarazione «la banca centrale solleverà con il Consiglio per la Sicurezza Nazionale e per la Difesa, la questione dell’opportunità di introdurre sanzioni alla filiale di Sberbank Russia in Ucraina».

Estromissione
Duro il ministro dell’Interno di Kiev, Arsen Avakov, che chiede l’estromissione dell'istituto dal mercato ucraino. «Sberbank Russia  deve cessare le propria attività in Ucraina! Lasciate che si godano il paradiso finanziario delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk», ha scritto provocatoriamente Avakov sul suo profilo Facebook. Quello di Sberbank, però, potrebbe non rimanere un caso isolato. Perché in Ucraina sono già operanti le filiali di cinque istituti bancari russi, tra cui anche UniCredit Bank e Gazprombank, che si sono dette disponibili ad accettare i documenti emessi dalle autorità separatiste filo-russe del Donbass.