Tony Blair si propone consigliere di Trump sul Medio Oriente ma lui smentisce
Secondo un'indiscrezione della stampa inglese, Tony Blair, lo stesso che un rapporto accusò del caos iracheno del 2003, si sarebbe proposto come consigliere di Trump sul Medio Oriente
LONDRA - Nelle settimane passate si è già ventilato un «ritorno in campo» dell'ex premier laburista britannico Tony Blair, nell'ambito dell'infuocato dibattito sulla Brexit. Blair ha infatti annunciato la sua nuova missione: quella di convincere i britannici a «sollevarsi» e cambiare idea sulla fuorisciuta dalla Ue. I cittadini, secondo l'ex primo ministro, avrebbero infatti votato al referendum «senza un'autentica conoscenza dei veri termini della Brexit». Ora, però, l'attenzione su Blair si è risvegliata addirittura da oltreoceano. Perché, secondo il Mail on Sunday, l'ex premier britannico Tony Blair ha incontrato il genero di Donald Trump per diventare consigliere del nuovo presidente americano per il Medio Oriente.
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L'incontro
Secondo il quotidiano l'incontro tra Blair e Jared Kushner risale alla settimana scorsa ma i due si sarebbero già visti almeno altre due volte da settembre. Blair, dal canto suo, non ha voluto commentare e il suo portavoce sottolinea che tra i due sono intercorse «conversazioni private». Dopo aver lasciato Downing Street, Blair è stato sino al 2015 inviato speciale del Quartetto per il Medio Oriente (Ue, Russia, Onu e Usa).
Quel rapporto che lo accusa del disastro in Iraq
Di certo, quella di Blair consigliere sul Medio Oriente sarebbe una prospettiva alquanto bizzarra, visto che l'ex premier laburista è stato di recente apertamente accusato dal rapporto della commissione d'inchiesta presieduta da John Chilcot di aver fatto invadere l'Iraq nel 2003 in maniera precipitosa e sulla base di informazioni scorrette, causando un notevole aggravamento nella diffusione del terrorismo islamico. Il rapporto traccia un severo bilancio dell'azione del Primo ministro Tony Blair: secondo il rapporto Chilcot, l'ex capo del governo britannico si impegnò ad affiancare militarmente il presidente americano George Bush «ad ogni costo» senza soppesarne la politica.
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La smentita
Ad ogni modo, la paradossale notizia è stata prontamente smentita dallo stesso Blair, che ha negato al quotidiano di essersi «proposto al ruolo di consigliere speciale del presidente Trump per il medio oriente». L'articolo del quotidiano che sosteneva tale tesi, dice un portavoce di Blair, è una pura e semplice «invenzione». Blair, continua il portavoce «non ha mai evocato la possibilità di occupare un tal ruolo....Blair lavora da oltre dieci anni per il processo di pace e continuerà a farlo. Lo ha fatto a titolo privato, continuerà a farlo a titolo privato». In un primo momento l'entourage di Blair aveva declinato qualsiasi commento e aveva definito i contatti tra Blair e alcuni esponenti dell'amministrazione Trump «conversazioni private».