19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Verso il ballottaggio di domenica

Francia, sull'ultimo duello tv tra Fillon e Juppé l'ombra di Putin

Francois Fillon, favorito alle primarie della destra francese, si è scontrato in un duello televisivo finale con il suo rivale alle primarie dei Repubblicani, Alain Juppé

PARIGI - Francois Fillon, favorito per la candidatura di centrodestra alle elezioni presidenziali francesi, si è scontrato in un duello televisivo finale con il suo rivale alle primarie dei Repubblicani, Alain Juppé, prima del ballottaggio tra i due che si terrà domenica.

La contesa
La 'contesa' tra i due ex premier si è fatta piuttosto aspra e oltre duecento parlamentari repubblicani hanno pubblicato un fondo pro-Fillon per sollecitare un dialogo più civile. Chiunque vinca le primarie è considerato il grande favorito per diventare il prossimo presidente, dopo le elezioni di aprile e maggio, contro un Front National (Fn) in ascesa e un Partito socialista invece in picchiata libera.

Sondaggi
Un sondaggio pubblicato mercoledì ha mostrato che Fillon conquisterebbe il 65 per cento dei voti nel secondo turno delle primarie di domenica mentre Juppé, più centrista, si fermerebbe al 35. "Sto tenendo la linea e mantenendo sangue freddo, ma dall'apparenza delle cose c'è un forte slancio che è partito", ha affermato Fillon, conservatore con ambiziosi programmi di riforma economica, a Le Figaro. I sondaggi per il primo turno, comunque, non erano riusciti a prevedere Fillon come netto vincitore, che ha preceduto Juppe e l'ex presidente Nicolas Sarkozy, estromesso dalla corsa alla candidatura.

Juppé, il candidato centrista che vuole una identità felice per la Francia
Juppe, centrista di 71 anni che vuole una «identità felice» per una Francia demoralizzata, punta forte sul dibattito di questa sera per rimarcare le sue differenze con Fillon. I due sono in contrasto sui tagli occupazionali al pubblico impiego - 500mila esuberi per Fillon, 200-300mila per Juppe - e sulla politica estera, dove Fillon è a favore di una linea più soft con la Russia e un'alleanza con il leader siriano Bashar al Assad.

Fillon, fervente cattolico
Fillon, fervente cattolico, è inoltre più conservatore a livello sociale e si oppone a una piena adozione per le coppie omosessuali. Ha anche un approccio più duro sull'islam e il pericolo che rappresenta per la Francia.

Juppe l'unificatore
Juppe invece si è presentato in campagna elettorale come un unificatore. «Oggi ci sono due correnti: una destra divisiva e una destra che unisce», ha detto a Le Parisien in un'intervista pubblicata oggi. Ma a tre giorni dal voto, Juppe resta accusato di lanciare colpi bassi contro il rivale nel tentativo di sovvertire la dinamica della competizione.

Lo scontro sull'aborto
Ha messo infatti in dubbio le opinioni di Fillon sull'aborto - da cattolico Fillon si è detto personalmente contrario, ma non cambierà la legge - portando a un'inattesa ingerenza della religione nella campagna elettorale. Malgrado le leggi laiche della Francia le preoccupazioni sul ruolo dell'islam nella repubblica, i candidati si sono entrambi curati di mostrare vicinanza ai precetti di papa Francesco.

L'ultimo dibattito
L'ultimo dibattito tra i due sfidanti per la candidatura all'Eliseo all'interno della destra si è svolto all'insegna della serenità, secondo la stampa francese, con i due candidati che hanno abbassato il tono polemico per privilegiare «la sostanza» delle questioni. Nel confronto, a tre giorni dal voto di domenica, il favorito, Francois Fillon, ha rivendicato la radicalità del suo progetto mentre Juppé ha contrattaccato rimproverando al rivale l'illusorietà di progetti troppo ambiziosi ma irrealizzabili.

Un progetto più radicale
«E' vero il mio progetto è più radicale, forse più difficile da realizzare» ha esordito Fillon facendo due promesse ambiziose: «ridurre della metà la disoccupazione» nell'arco di cinque anni e fare della Francia «la prima potenza europea» nell'arco di dieci anni, e il tutto con una drastica - e thatcheriana - cura di austerità.

Scatto psicologico
Per la Francia, ha proseguito Fillon, serve «uno scatto psicologico», capire e far capire all'estero che la Francia può essere riformata. Tra le misure più immediate, la ridefinizione del codice del lavoro, l'allungamento dell'orario di lavoro, la revisione del sistema pensionistico e, soprattutto, la soppressione di un mezzo milioni di funzionari pubblici.

Battibecco sul lavoro
E proprio su quest'ultimo punto ha contrattaccato Juppé, che replicando al suo rivale si è espresso a favore di «riforme profonde e credibili» ma «senza brutalità». E' chiaro, dice Juppé, che abolire 500.000 posti di lavoro nell'amministrazione pubblica «non è possibile», anzi - ha aggiunto - porsi un obbiettivo del genere vuol dire fare una promessa che non si può realizzare.

Temi della morale
Fillon e Juppé sono quindi tornati sui temi della morale, che li hanno sempre divisi nel corso della campagna elettorale. Fillon, tradizionalista e cattolico, ha cercato di chiarire alcuni punti irrisolti, in particolare sul tema dell'aborto. Fillon ha precisato di non aver intenzione di rimettere in casua l'interruzione volontaria di gravidanza anche se da cattolico personalmente non è d'accordo.

Sul multiculturalismo sono agli antipodi
Agli antipodi, tra i due, anche l'immagine della società francese, con Fillon nettamente opposto a qualsiasi visione «multiculturalista» e Juppé convinto invece che «l'identità della Ferancia sia in primo luogo nella diversità».

L'ombra di Putin
Ultimo motivo di scontro, la politica estera. E qui nel dibattito si è insinuata l'ombra del convitato di pietra Vladimir Putin. Juppé si è detto senza mezzi termini «scioccato» dal fatto che in una campagna elettorale francese il presidente russo «abbia pubblicamente scelto il suo candidato», facendo riferimento alle dichiarazioni del leader del Cremlino e ai suoi rapporti notoriamente ottimi (e secondo alcuni discutibili) con Fillon. Ma quest'ultimo si è difeso: «con Putin abbiamo lavorato insieme nei cinque anni in cui sono stato premier...e sono le sole relazioni che abbiamo, non c'è altro». E in ogni caso, ha aggiunto, non bisogna isolare il Cremlino, cosa che favorirebbe «reazioni e riflessi nazionalisti». Sia chiaro, ha concluso: buone relazioni con Mosca non significa rinnegare o trascurare «l'alleanza» della Francia con gli Usa.

Domenica si vedrà quale delle due 'visioni' avrà convinto gli elettori della destra francese. Al momento i sondaggi danno ragione a Fillon col 65% delle intenzioni di voto contro il 35% di Juppé.