Elezioni Francia: Macron strappa la maggioranza assoluta, ma l'astensionismo è record
Nonostante l'astensionismo che ha sfiorato la percentuale record del 56%, è innegabile il trionfo di Emmanuel Macron, che nel secondo turno delle elezioni legislative ha ottenuto una delle più grandi maggioranze parlamentari della storia della V Repubblica
PARIGI - Il dato da sottolineare, ancora una volta per la vecchia Europa affaticata e tremolante, è l'astensionismo record che potrebbe aver sfiorato il 56% (si tratta di un calo netto anche rispetto al primo turno in cui l'astensione era stata di oltre il 51%). Al netto di ciò, tuttavia, è innegabile il trionfo di Emmanuel Macron, che oggi nel secondo turno delle elezioni legislative ha ottenuto una delle più grandi maggioranze parlamentari della storia della V Repubblica, anche se meno schiacciante da quanto annunciato da alcuni sondaggi. Molti politologi hanno spiegato l'astensionismo record del primo turno con una smobilitazione dell'elettorato dei partiti tradizionali in crisi dopo la "Vague" (Onda) Macron e poi ad una sorta di "disaffezione generale" per il voto, fenomeno ricorrente al primo turno delle legislative dove la percentuale dei votanti tende sempre ad abbassarsi, a maggior ragione quest'anno dopo sei tornate elettorali per le primarie della destra e dei socialisti prima e per le presidenziali poi.
360 seggi per Rem?
Secondo le stime di più istituti demoscopici disponibili alle 20, la République en marche (Rem) e l'alleato MoDem si aggiudicano da 355 a 360 seggi, molto superiore alla maggioranza assoluta di 289 seggi, ma nettamente sotto la barra dei 400 che faceva presagire il primo turno. Solo l'istituto Elabe accorda al partito presidenziale fra 395 e 425 seggi. Secondo le prime stime, l'alleanza fra Les Républicains (LR) e l'Udi otterrebbe fra 128 e 130 seggi, al di sopra delle attese della destra dopo il primo turno. Il Partito socialista e i suoi alleati (PRG inclus) vincerebbero fra 46 e 50 seggi, molto lontano dai 302 seggi dell'Assemblea uscene, ma meno catastrofica per un Ps che temeva di non riuscire neanche a costituire un gruppo parlamentare (15 persone minimo). La France Insoumise e il PCF otterrebbero da 28 a 30 seggi, meno bene del previsto. Il Front national otterrebbe sei seggi.
Macron vota senza Brigitte
Dopo il voto nel muncipio di Le Touquet, nel Nord della Francia, Macron ha presieduto la cerimonia di commemorazione dell'Appello del 18 giugno 1940 nei pressi di Parigi. Il capo dello Stato francese ha votato alle 9 del mattino, senza la moglie Brigitte, contrariamemte a domenica scorsa. Al primo turno aveva votato a fine mattinata in compagnia della consorte. Problemi di agenda perché subito dopo è salito a bordo di un elicottero per raggiungere Mont-Valerien per la commemorazione della storica esortazione alla Resistenza lanciata dal generale Charles de Gaulle sulle onde della Bbc. Nella circoscrizione di La Touquet, il deputato uscente dei Les Republicains Daniel Fasquelle è in un difficile ballottaggio con un candidato della Repubblique en marche di cui la supplente è una figlia di Brigitte Macron, Tiphaine Auziere. Madre e figlia sono state viste e molto fotografate alcune ore dopo al seggio.
Super maggioranza
Macron ha bisogno di una larga maggioranza per portare a termine le sue riforme, in primis quella del Codice del lavoro. A prescindere dal dato finale, la nuova Assemblea uscirà dalle urne profondamente rinnovata anche perché più di 200 deputati uscenti non si sono ripresentati. La decisione di Rem di investire un gran numero di candidati della società civile e la nuova legge contro l'accumulo di mandati che ha convinto alcuni a non scendere in lizza per privilegiare il mandato locale, contribuiranno al rinnovamento dei volti dei deputati. Anche il sistema elettorale maggioritario a doppio turno, che premia le formazioni vincenti lasciando uno stretto margine di manovra a quelle in svantaggio, è stato chiamato in causa. Con la prospettiva di questa super maggioranza di Macron a Palais Bourbon, politici e analisti hanno espresso perplessità quanto ad un sano funzionamento delle istituzioni democratiche a fronte dell'ipotesi di una opposizione particolarmente debole. Alcuni sostengono addirittura che un numero di deputati insufficiente possa compromettere la capacità dei parlamentari di sollevare le questioni della incostituzionalità delle leggi.
Le Pen per la prima volta deputata
I socialisti sono decimati ma non scompaiono come si temeva. Nel nuovo emiciclo ce ne saranno una cinquantina, ma il segretario Jean-Christophe Cambadelis non ha atteso neppure le prime proiezioni per dimettersi. Marine Le Pen - nonostante il Front National non conquisti neppure i 15 deputati necessari per formare un gruppo parlamentare - riesce laddove per due volte aveva fallito, ed entra in Parlamento insieme con il compagno, Louis Aliot. Resta fuori il suo avversario interno, il vicepresidente Florian Philippot. L'impresa di formare un gruppo riesce invece ai radicali di gauche di Jean-Luc Melenchon, che avranno una trentina di rappresentanti. Invertita - a basse quote - la tendenza delle presidenziali, con i socialisti a circa 50 seggi, decisamente avanti alla France Insoumise. Vittoria personale anche per l'ex primo ministro Manuel Valls, rieletto in Parlamento dopo aver rifiutato di schierarsi per il candidato ufficiale all'Eliseo dei socialisti, Benoit Hamon, e aver offerto collaborazione a En Marche! di Emmanuel Macron. Valls ha annunciato, fra applausi e contestazioni, di aver battuto Farida Amrani, candidata de La France Insoumise, di soli 139 voti ad Evry, alle porte di Parigi.
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