28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Succede a Philipp Hammond

Theresa May, governo pronto: ma Boris Johnson agli Esteri è già un problema

Ufficialmente Primo ministro britannico, Theresa May ha promesso di raccogliere la sfida della Brexit, a cui ha dedicato un ministero e in nome della quale ha scelto Boris Johnson agli Esteri

LONDRA -  Non appena investita ufficialmente Primo ministro britannico, Theresa May ha promesso di raccogliere la sfida della Brexit e di costruire «un nuovo ruolo audace e positivo» fuori dell'Unione europea per il suo Paese. May, che è diventata così la seconda donna a prendere le redini di un esecutivo britannico dopo Margaret Thatcher (1979-1990), ha promesso anche di garantire «la giustizia sociale» e di preservare l'unità del Regno Unito. Parlando davanti a Downing Street, ha spiegato che il nome intero del suo partito è Partito Conservatore e Unionista, «una parola importante" ha commentato, che significa non sono l'unità del Regno Unito, ma anche l'unione di tutti i suoi cittadini, chiunque siano. "Questo vuole dire lottare contro l'ingiustizia sociale».

L'addio di Cameron
Ex ministro dell'Interno, 59 anni, May si è vista affidare dalla Regina l'incarico di formare il nuovo governo conservatore nel corso di una udienza privata a Buckingham Palace. Alcuni minuti prima, Elisabetta II aveva ricevuto il suo predecessore, David Cameron, venuto a rassegnare le dimissioni. Davanti a Downing Street, insieme alla moglie e ai tre figli per il suo ultimo discorso da Primo ministro, aveva augurato al suo Paese che «ama tanto» di «continuare sulla strada del successo». «Non è stato facile, ovviamente non tutte le decisioni che abbiamo preso sono state giuste, ma credo che oggi il nostro Paese sia molto più forte», ha detto ancora David Cameron dando l'addio a Downing Street. «Sono felice che per la seconda volta nella storia britannica il nuovo Primo ministro sarà una donna - e ancora una volta - una conservatrice», aveva detto ancora prima di rassegnare le dimissioni nelle mani della regina. «Sono sicuro che quella di Theresa sarà una leadership forte e stabile».

Sulle orme di Cameron
«Cammino sulle orme di un grande Primo ministro moderno», ha dichiarato May prendendo possesso della residenza, dopo aver ricevuto le felicitazioni della Casa Bianca e del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Il capo dell'esecutivo di Bruxelles ha subto esortato la neo premier ad avviare presto i negoziati per l'uscita dall'Ue. «Ho fretta di lavorare con lei e di conoscere le sue intenzioni a riguardo», ha detto Juncker prima di aggiungere: un «summit o un incontro» sulla Brexit fra il presidente francese François Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del Consiglio Matteo Renzi si terrà a fine agosto in Italia.

Un mix tra brexiteers e remaineers
Poco dopo l'insediamento, Downing Street ha annunciato la nomina dei primi tre ministri della nuova squadra di governo: Philipp Hammond, alle Finanze al posto di Osborne e Boris Johnson al Foreign Office in sostituzione di Hammond. David Davis è stato nominato alla guida del nuovo ministero per la Brexit che avrà il delicato compito di organizzare l'uscita del Paese dall'Ue. Insomma un mix attento fra portabandiera di Leave e Remain per ricompattare il partito dopo le divisioni referendarie, ma soprattutto di un cambio generazionale all'indietro: via i 50enni del gruppo di Notting Hill di Cameron e Osborne; recupero di alcuni veterani, più vicini per età alla May, come David Davis o Liam Fox, altri due euroscettici di ferro. Il primo va al neonato dicastero per la Brexit, a cui spetterà la gestione dei negoziati con Bruxelles. Il secondo al Commercio con l'Estero, fondamentale sullo stesso fronte. Mentre alla Difesa resta il 'Remainer' Michael Fallon, garanzia di fedeltà alla Nato rispetto alle aperture di Johnson alla Russia di Vladimir Putin. 

(Fonte Askanews)