26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
I jihadisti sono entrati ieri nel centro della città

Libia, Isis minaccia l'antica Sabratha, si rischia una nuova Palmira

Le bandiere nere dell'Isis hanno sventolato ieri anche nella città libica di Sabratha, facendo temere per il vicino sito archeologico, dichiarato patrimonio dell'umanità Unesco per i suoi tesori di epoca romana

SABRATHA - Le bandiere nere dell'Isis hanno sventolato ieri anche nella città libica di Sabratha, facendo temere per il vicino sito archeologico, dichiarato patrimonio dell'umanità UNESCO per i suoi tesori di epoca romana. I jihadisti hanno di fatto lanciato un blitz nella città costiera, situata 70 chilometri a Ovest di Tripoli e a circa 100 chilometri dal confine con la Tunisia, per ottenere il rilascio di tre suoi miliziani, ma «nelle ultime settimane c'è stata forte preoccupazione per la crescente presenza dello Stato islamico», ha detto al Times il docente di archeologia romana dell'Università di Leicester, David Mattingly.

Al centro di Sabratha
E' la prima volta che l'Isis arriva nel centro di Sabratha, città situata più a Ovest rispetto alle località libiche dove è nota da tempo la sua presenza, quali Sirte, Nufaliya e Hawara. Tuttavia, da mesi i media libici riferivano di campi di addestramento dei jihadisti alle porte della città e lungo la costa, la cui esistenza è stata confermata lo scorso luglio dalle autorità tunisine. Tunisi ha infatti dichiarato che i terroristi responsabili degli attentati al museo del Bardo e nella località turistica di Sousse erano stati addestrati proprio a Sabratha. «I campi sono arrivati così vicino al centro della città che ora possiamo sentirli che si addestrano di notte», ha raccontato al quotidiano britannico un abitante.

Cittadini "pacifici"
Tuttavia le autorità locali hanno sempre negato: il sindaco della città, Hussein Dawadi, un islamista arrestato all'aeroporto di Tunisi lo scorso ottobre, ha ammesso la presenza di alcuni sostenitori dell'Isis in città, sostenendo però che si tratta di cittadini libici pacifici, diversi da quanti si trovano a Sirte, e soprattutto negando la presenza di cittadini stranieri.

Miliziani arrivati ieri
Secondo il resoconto dei media libici, i miliziani sono arrivati ieri nel centro di Sabratha a bordo di oltre 20 veicoli, sventolando la bandiera nera dell'Isis. Alcuni di loro hanno subito eretto due checkpoint nel quartiere centrale di al-Khatatba, mentre il resto del convoglio ha percorso le strade della città terrorizzando gli abitanti. Secondo i testimoni passati ai checkpoint, la maggior parte dei jihadisti erano di nazionalità tunisina. «Nessuno li ha fermati, eravamo preoccupati per quello che avrebbero fatto - ha detto una fonte locale - la maggior parte dei combattenti sembravano tunisini». La situazione si è risolta dopo un incontro a porte chiuse tra i miliziani dell'Isis e il consiglio municipale, al termine del quale i jihadisti hanno lasciato la città. «I tre prigionieri sono stati consegnati all'Isis che hanno accettato in cambio di lasciare il centro della città - ha detto un'altra fonte - ma hanno ancora una presenza importante in città».

Allarme
Una presenza che mette in allarme anche gli archeologi, già testimoni delle distruzioni nel sito siriano di Palmira. «La minaccia ora è particolarmente grave - ha sottolineato Mattingly - Sabratha fa parte del top dei siti archeologici del mondo. Come Palmira è un sito greco-romano, che lo Stato islamico considera come una rappresentazione di idoli. Le cose che loro amano distruggere».

(Con fonte Askanews)