19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Il Presidente vuole cambiare la Costituzione francese

Hollande vuole lo «stato d'emergenza» in Costituzione

Sono due gli articoli che il Presidente francese vorrebbe cambiare. Il primo è l'articolo 36, che regolamenta lo «stato d'assedio», quando la Francia è attaccata o viene minacciata da un'insurrezione armata, e prevede il trasferimento di alcuni poteri alle forze armate e la creazione di giurisdizioni militari. Il secondo, l'articolo 16, concede al Presidente «poteri eccezionali»

PARIGI - Ieri Francois Hollande ha chiesto davanti alla camere francesi riunite una vasta revisione della Costituzione per «permettere ai poteri pubblici di agire conformemente allo Stato di diritto contro il terrorismo di guerra». Il presidente francese in sostanza vuole inserire lo «stato di emergenza» nel testo del 1958, sulla base di una proposta già avanzata nel 2007. Una fonte di governo ha parlato di un regime costituzionale di «stato di crisi» e dell'adozione di un «visto di ritorno» per i francesi o i residenti in Francia «implicati in attività terroristiche all'estero».

Sono due gli articoli che Hollande vorrebbe cambiare, spiega le le Monde. Il primo è l'articolo 36, che regolamenta lo «stato d'assedio», quando la Francia è attaccata o viene minacciata da un'insurrezione armata, e prevede il trasferimento di alcuni poteri alle forze armate e la creazione di giurisdizioni militari. Il secondo, l'articolo 16, è uno dei più controversi della Quinta repubblica e concede al presidente «poteri eccezionali» in caso di minaccia «grave e e immediata» sulle «istituzioni della Repubblica, l'indipendenza della nazione, l'integrità del suo territorio e l'attuazione dei suoi impegni internazionali». Fu concepito come risposta all'immobilismo dello Stato nel 1940, con l'invasione tedesca. E' stata applicato una sola volta, nel 1961, nel «putsch dei generali» durante la guerra d'Algeria. Allora de Gaulle ebbe pieno poteri per cinque mesi.

Hollande ieri ha detto che i due articoli non sono «adatti alla situazione che affrontiamo», che ha definito «terrorismo di guerra», perchè «il funzionamento regolare dei poteri pubblici non è interrotto e non è concepibile trasferire poteri all'autorità militare. Pertanto siamo in guerra». Quindi serve «un altro regime costituzionale».

In sostanza Hollande, che si rifà alle proposte di modifica costituzionale presentate da un comitato di saggi nel 2007 al suo predecessore Nicolas Sarkozy, vuole che lo «stato d'emergenza» figuri in Costituzione accanto allo «stato d'assedio». Lo stato d'emergenza, nel quale la Francia si trova da venerdì, non ha rilevanza costituzionale, ma è previsto dal una legge del 1955. Basta un decreto per indirlo, serve una legge per prolungarlo oltre 12 giorni. Le libertà civili sono molto limitate: è possibile indire il coprifuoco, i prefetti possono limitare la circolazione o il soggiorno, il ministro può decretare l'assegnazione a residenza, è possibile chiudere sale, bar, proibire assemblee, operare perquisizioni notturne o diurne senza la ratifica di un giudice, controllare stampa e radio. Ma soprattutto non è adatto a crisi prolungata: le condizioni per indirlo sono «pericolo imminente risultato di attentati gravi all'ordine pubblico o avvenimenti che presentano per natura e gravità il carattere di calamità pubblica».

Hollande vuole «poter disporre di uno strumento per fondare misure eccezionali per un tempo prolungato senza passare per lo stato d'assedio nè rinnegare le libertà civili». Si tratterebbe di un stato d'emergenza «alleggerito», ma prolungato: è c'è già chi ha parlato di un «Patriot Act» alla francese, ricordando al legge speciale in vigore negli Usa dopo l'11 settembre.

(con fonte Askanews)