Turchia, per Erdogan la pace con i curdi è impossibile
Il Presidente turco Erdogan ha dichiarato che la prosecuzione del piano di pace con i curdi è improponibile. E nonostante i timori della comunità internazionale, la guerra contro il terrorismo potrebbe presto avere un secondo obiettivo ufficiale oltre all'Isis
ANKARA - Procedere con il piano di pace coi curdi è «impossibile» a causa degli attacchi contro obiettivi turchi. L'ha detto oggi il presidente Recep Tayyip Erdogan in una conferenza stampa, nella quale ha ribadito che i raid aerei contro le basi del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) in Iraq settentrionale, proseguiranno «con determinazione». «Non è possibile andare avanti...(col piano di pace) assieme a coloro che attaccano la nostra unità nazionale e fratellanza», ha detto Erdogan facendo riferimento al Pkk.
I curdi responsabili dell'esplosione del gasdotto?
Il ministro dell'Energia turco Taner Yildiz ha chiamato in causa i ribelli turchi a proposito dell'esplosione in un gasdotto al confine tra Iran e Turchia, che ieri ha provocato un grosso incendio facendo arrestare il flusso di gas. L'esplosione si è verificata nella provincia di Agri a 15 chilometri dal confine iraniano. Già in passato i gasdotti erano finiti nel mirino dei curdi del Pkk.
Questione curda sul tavolo
Intanto, la Turchia, impegnata per la prima volta nei raid aerei anti-Isis in Siria (mentre in Iraq martella i campi del Pkk), ha raggiunto un accordo di massima con gli Usa per collaborare alla creazione di un'area cuscinetto liberata dai terroristi dello Stato islamico, al confine con la Siria settentrionale. Eppure, alla vigilia della consultazione straordinaria della Nato a Bruxelles, rimane apprensione per il rischio di uno stop al processo di pace con i curdi, dopo le offensive dell'artiglieria contro gli obiettivi del Pkk. Un timore ribadito anche da Angela Merkel in una telefonata al premier turco Ahmet Davutoglu. Mosca, invece, richiede una coalizione internazionale contro lo Stato islamico sotto l'egida dell'Onu (mentre ora è guidata dagli Stati Uniti) dove anche la Russia ritiene di poter giocare un ruolo di primo piano, mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda che «l'Italia è al fianco dei Paesi che, sull'altra sponda del Mediterraneo, sono in prima linea nella lotta contro l'oscurantismo e l'inciviltà» del terrorismo.Infine, Federica Mogherini ha rivolto un appello al «ministro degli esteri di Ankara e alla rappresentanza curda» affinché «non solo continuino a contrastare l'Isis in Siria, che rappresenta una minaccia reale alla sicurezza della Turchia ma anche a mantenere vivo il processo di pace all'interno del Paese».
Il risveglio di Erdogan contro l'Isis (e i curdi)
Sullo sfondo resta la spirale di violenza che nell'ultima settimana ha sconvolto il Paese approfondendo una doppia ferita: l'attacco costato la vita a 32 attivisti a Suruc, rivendicato dall'Isis, e vari attentati in cui sono rimasti uccisi militari e poliziotti, firmati dal Pkk, che accusa il governo di aver «collaborato» con i jihadisti nella strage dei volontari. In risposta, e con una sorprendente rapidità dopo mesi di tentennamenti, il presidente Recep Erdogan ha concesso l'uso della strategica base militare di Incirlik alle forze aeree Usa; schierato i suoi caccia con quelli della coalizione e chiesto una riunione d'urgenza della Nato. Ma al tempo stesso ha interrotto un'armistizio con i guerriglieri curdi del Pkk che durava da due anni. L'accordo con gli Usa prevedibilmente aumenterà di molto la portata e il ritmo dei raid dei caccia americani. La zona, scrive il Washington Post citando funzionari americani e turchi, potrebbe accogliere i circa due milioni di profughi siriani che hanno trovato rifugio in Turchia. Secondo fonti Usa citate dal New York Times, si tratta di un piano che non è direttamente pensato contro il presidente Siriano Bashar al Assad, anche se favorirà l'opposizione al regime di Damasco. Insomma: le nuove mosse della Turchia potrebbero segnare una battuta d'arresto per l'Isis; l'effetto collaterale, però, potrebbe essere quello di veder fallire il faticoso processo di pace con i curdi.
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