30 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Unione Africana Dlamini-Zuma

In Burundi, condizioni inadatte a votare

L'attuale situazione in Burundi "non è favorevole" alla tenuta delle elezioni. Lo ha dichiarato oggi il presidente della Commissione dell'Unione africana (Ua), Nkosazana Dlamini-Zuma, in un'intervista rilasciata alla televisione cinese CCTV. Nel Paese erano previste per il 26 maggio le elezioni legislative e per il 26 giugno quelle presidenziali.

NAIROBI (askanews) - L'attuale situazione in Burundi «non è favorevole» alla tenuta delle elezioni. Lo ha dichiarato oggi il presidente della Commissione dell'Unione africana (Ua), Nkosazana Dlamini-Zuma, in un'intervista rilasciata alla televisione cinese CCTV. «Non possiamo andare nel Paese, incontrare gli sfollati in fuga e dire 'siamo qui per monitorare le elezioni' - ha detto Dlamini-Zuma - allo stato attuale non vedo come si possano tenere elezioni in queste condizioni".

Bujumbura teatro di proteste
Bujumbura è teatro dalla fine di aprile di proteste contro un terzo mandato del presidente Pierre Nkurunziza, sfociate in violenti scontri con le forze di sicurezza, ma anche con i membri della milizia Imbonerakure fedele al partito al potere. Sono almeno 17 le persone rimaste uccise finora e oltre 35.000 quelle già fuggite nei vicini Ruanda, Repubblica democratica del Congo e Tanzania. Nel Paese erano previste per il 26 maggio le elezioni legislative e per il 26 giugno quelle presidenziali. 

Condizioni non adatte a tenere elezioni
«Che tipo di elezioni si possono svolgere in queste condizioni - ha detto oggi la leader africana - come Ua avevamo previsto l'invio di osservatori a lungo termine, ma ora non possiamo più. Fatta eccezione per la Corte costituzionale burundese, tutte le altre interpretazioni che noi abbiamo della Costituzione è che non dovrebbe esserci un terzo mandato». La Corte burundese ha infatti confermato, martedì scorso, la validità della decisione del partito di governo di candidare Nkurunziza, ma il vicepresidente della Corte ha denunciato «pressioni» sui giudici. «Dal mio punto di vista se c'è una Costituzione deve essere rispettata - ha concluso Dlamini-Zuma - se c'è bisogno di modificarla, occorre che ci sia consenso nel Paese sugli emendamenti. Non può essere fatto in modo unilaterale da una parte della popolazione».