Assad vede l'opposizione siriana a Mosca, in agenda solo questioni umanitarie
La Russia da parte sua intende confermare la propria posizione di partner indispensabile nel momento in cui la situazione sul terreno renda possibile una soluzione diplomatica internazionale.
MOSCA (askanews) - Si apre oggi a Mosca una nuova sessione dei negoziati fra il regime del presidente Bashar al-Assad ed alcuni rappresentanti dell'opposizione siriana: in agenda soprattutto le questioni umanitarie, dato gli scarsi progressi sul piano politico dopo il primo round di colloqui chiusisi nel gennaio scorso senza alcun risultato.
Si tratta del primo negoziato fra le parti dopo l'accordo quadro fra l'Iran e le grandi potenze, che tuttavia non dovrebbe influenzare significativamente i negoziati, dal momento che la Repubblica Islamica non ha cambiato la propria posizione di sostegno al regime di Assad.
In agenda solo questioni umanitarie
Inoltre, la maggior parte dei rappresentanti dell'opposizione che partecipano ai colloqui fanno parte di organizzazioni «tollerate» dal regime: se la diplomazia russa era riuscita ad assicurarsi la presenza di alcuni membri dei due principali gruppi di opposizione ancora in Siria, Damasco ha però silurato l'iniziativa rifiutando loro i visti necessari per il viaggio.
Fonti diplomatiche del regime hanno confermato che nel corso dei negoziati - che dureranno fino al 9 aprile - non verranno discusse che delle questioni «soft», sulle quali «è possibile trovare una soluzione»; la Russia da parte sua intende confermare la propria posizione di partner indispensabile nel momento in cui la situazione sul terreno renda possibile una soluzione diplomatica internazionale.
Regime di Assad non controlla più i valichi di frontiera
Il regime di Bashar al-Assad sta lentamente perdendo il controllo dei valichi di frontiera della Siria.
Ad oggi, stando a quanto riferito all'agenzia turca Anadolu, Damasco controlla solo quelli presenti al confine con il Libano, mentre gli altri posti alla frontiera con Turchia, Iraq, Giordania e Alture del Golan sono o chiusi o in mano ai ribelli dell'Esercito libero siriano, oppure ai jihadisti dello Stato islamico (Isis) e del Fronte al Nusra o controllati dai combattenti curdi.
- 02/03/2020 Mosca avverte Ankara: «Non possiamo garantire la sicurezza dei vostri aerei»
- 20/11/2019 Siria, rapporto del Pentagono: «Isis rafforzato da attacco turco e ritiro USA»
- 16/11/2019 Assad: «Donald Trump? E' una sorta di direttore esecutivo di un'azienda chiamata America»
- 11/11/2019 Lavrov accusa Washington di «rubare» il petrolio siriano: hanno danneggiato il processo politico