19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Elezioni Israele 2015

Israele alle urne: i principali candidati

A due giorni dalle elezioni anticipate in Israele, i sondaggi sembrano concordare: sarà un testa a testa tra il Likud di Benjamin Netanyahu e l'Unione sionista di centro-sinistra, entrambi proiettati verso la conquista di 22-24 seggi sui 120 che compongono la Knesset.

GERUSALEMME (askanews) - A due giorni dalle elezioni anticipate in Israele, i sondaggi sembrano concordare: sarà un testa a testa tra il Likud di Benjamin Netanyahu e l'Unione sionista di centro-sinistra, entrambi proiettati verso la conquista di 22-24 seggi sui 120 che compongono la Knesset. Il premier uscente ha puntato sul tema della sicurezza per lo Stato ebraico, lo sfidante Isaac Herzog vuole la ripresa dei negoziati di pace con i palestinesi e ristabilire un legame di fiducia con la Casa Bianca. Quello che segue è un elenco dei principali candidati alle elezioni del 17 marzo in Israele.

Conosciuto anche come «Bibi», BENJAMIN NETANYAHU, 65 anni, è in cerca di un quarto mandato come primo ministro alla guida del partito conservatore Likud. La sua politica di espansione degli insediamenti ebraici nei Territori occupati e la rottura dei colloqui di pace con i palestinesi nell'aprile del 2014, hanno deteriorato gravemente i rapporti con la Casa Bianca. Potendo contare sull'alleanza, già sperimentata, con i partiti di estrema destra, Netanyahu ha più probabilità del leader di centro-sinistra Herzog di assicurarsi la guida del prossimo esecutivo. E se riuscirà a conservare il mandato fino alla scadenza naturale del 2019, sarà il più longevo premier della storia di Israele.

Contende la poltrona all'attuale premier il co-leader dell'Unione sionista ISAAC HERZOG, noto col soprannome di «Buji», israeliano di sangue blu: è figlio del sesto presidente di Israele, nipote di uno stimato rabbino e nipote di uno dei più autorevoli ministri degli Esteri israeliani. Avvocato di formazione, Herzog ha studiato negli Stati uniti ed è alla guida dei laburisti dal 2013. Cinquantaquattro anni, è entrato per la prima volta in Parlamento nel 2003 e in passato ha rivestito diversi incarichi ministeriali.

Se l'Unione sionista dovesse guidare l'esecutivo, l'accordo è per una rotazione, che porterebbe dopo due anni le redini del governo nelle mani della centrista TZIPI LIVNI. Nata da una delle famiglie conservatrici più note in Israele, 56 anni, Livni si è a poco a poco affrancata dal Likud, tanto da assumere la guida del partito centrista Kadima dopo le dimissioni di Ehud Olmert. Livni si è detta convinta che solo la soluzione dei due Stati potrà salvaguardare Israele, con i suoi valori di Stato ebraico democratico.

AYMAN ODEH, 40 anni, è il leader della Lista araba unita, che riunisce per la prima volta tutti i partiti arabo-israeliani in un'unica formazione, cui gli ultimi sondaggi attribuiscono 13 seggi. Avvocato di professione, laico, con un programma molto votato al sociale, Odeh ha lottato da sempre contro i piani del governo di coscrizione obbligatoria per gli arabi nell'Idf e nel servizio civile israeliano.

MOSHE KAHLON, 55 anni, ha trascorso otto anni nelle Forze armate prima di lanciarsi nella carriera politica. Stella nascente del Likud, Kahlon è stato ministro delle Comunicazioni. Dopo una pausa politica, nel 2014 ha formato un nuovo partito, Kulanu, che include nella sua agenda politica temi essenzialmente sociali. Nonostante la sua politica relativamente progressista in politica interna, Kahlon è considerato un falco in politica estera e di sicurezza. Sostiene comunque un compromesso con i palestinesi sulla soluzione dei due Stati, incluso un accordo su Gerusalemme.

Uno dei leader più carismatici emersi nella comunità ebraica ultraortodossa è ARYEH DERI, leader del partito Shas, nato in Marocco nel 1959 ed emigrato in Israele nel 1968. È stato ministro degli Interni a soli 29 anni. Condannato nel 2000 per aver accettato una mazzetta, Deri ha scontato 22 mesi in carcere, per poi tornare alla politica nove anni dopo. E' considerato un pragmatico, aperto a possibili alleanze con centristi e sinistra, favorevole alla soluzione dei due Stati con i palestinesi.

ELI YISHAI, leader della neoformazione Haam Itanu, nato a Gerusalemme nel 1962 da una famiglia tunisina, ha rivestito diversi incarichi ministeriali sia con premier conservatori che laburisti. La sua carriera politica è stata contraddistinta dalla rivalità con l'ex mentore politico Deri. Yishai è conosciuto per le sue posizione estremiste, che lo hanno portato ad affermare nel 2012 che Israele dovrebbe "mandare Gaza indietro al Medioevo. Solo così potrà essere tranquillo per 40 anni".

Fra gli ultranazionalisti religiosi emerge NAFTALI BENNETT, classe 1972, che vanta una brillante carriera militare nelle unità di elite, parla un perfetto inglese e ha un passato da imprenditore di successo. Dal 2012 è il leader del partito The Jewish Home, con 12 seggi alle elezioni del 2013. È stato ministro dell'Economia con Netanyahu. Fiero sostenitore degli insediamenti, Bennett si oppone tenacemente alla soluzione dei due Stati e perora l'annessione di gran parte della Cisgiordania. Il suo ritornello: «Non cederemo mai Gerusalemme».

L'attuale ministro degli Esteri, AVIGDOR LIEBERMAN, nato nell'ex Unione sovietica nel 1958 e immigrato in Israele con la famiglia a 20 anni. È entrato in politica come stretto collaboratore di Benjamin Netanyahu per poi fondare nel 1999 un proprio partito, Yisrael Beitenu, che porta avanti una politica di massima fermezza nei negoziati con i palestinesi. Si è dimesso nel 2004 dal governo guidato da Ariel Sharon perché contrario al ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. Il suo partito continua ad incoraggiare l'arrivo in Israele di ebrei da altri Paesi e ad offrire incentivi economici agli arabi israeliani affinché lascino Israele.

YAIR LAPID, 48 anni, popolare ministro delle Finanze nell'ultimo governo Netanyahu, silurato dal premier per un disaccordo sul budget, è il leader della nuova formazione Yesh Atid, catapultato dagli schermi televisivi alla politica nel 2012.