Netanyhau punta su Gerusalemme
E' con la promessa di difendere l'indivisibilità di Gerusalemme, proseguendo la colonizzazione, che Benjamin Netanyahu, pressato dai sondaggi sfavorevoli, ha dato il via allo sprint finale della sua campagna elettorale.
GERUSALEMME (askanews) - E' con la promessa di difendere l'indivisibilità di Gerusalemme, proseguendo la colonizzazione, che Benjamin Netanyahu, pressato dai sondaggi sfavorevoli, ha dato il via allo sprint finale della sua campagna. Un tentativo di recuperare terreno all'ultimo minuto, prima del voto di domani, dall'esito molto incerto, con il quale gli israeliani diranno se vogliono ancora lui come Primo ministro o se dopo sei anni scelgono il cambiamento.
Nelle ultime e febbrili ore prima della fine ufficiale della campagna alle 19 locali (le 18 italiane), il leader del Likud ha promesso che, se eletto, continuerà a costruire alloggi per i coloni a Gerusalemme Est, con l'obiettivo dichiarato di impedire che la città possa essere divisa e che i palestinesi possano stabilire la loro capitale nella sua parte orientale. si è posto a garante dell'integrità di Gerusalemme e delle colonie e ha accusato il suo principale avversario, il laburista Isaac Herzog, di essere pronto a dividere la Città santa e a rinunciare a costruirvi altri alloggi.
Netanyahu, in trasferta nella controversa colonia di Har Homa, nei pressi di Gerusalemme, una delle sue ultime uscite prima del voto di domani, ha accusato i suoi avversari - l'Unione sionista del laburista Isaac Hsrzog e della centrista Tzipi Livni, di essere pronti ad una divisione della città. «Non lo permetterò. Io e i miei amici del Likud preserveremo l'unità di Gerusalemme nella sua integralità. Continueremo a fortificare Gerusalemme perché non la si possa dividere e perché resti sempre unificata», ha detto Netanyahu che è alla ricerca di un recupero dell'ultima ora.
Le legislative di domani sono considerate praticamente un referendum pro o contro Netanyahu, 65 anni, Primo ministro dal marzo 2009 e al potere complessivamente per circa un decennio contando il primo dei suoi tre mandati, dal 1996 al 1999.
Domani i 5,88 milioni di aventi diritto israeliani sono chiamati alle urne per eleggere 120 deputati dalle 6 alle 21 italiane. Già nella notte dovrebbero avere una idea precisa della composizione della 20esima Knesset, il Parlamento israeliano. I risultati ufficiali definitivi sono attesi nel pomeriggio di giovedì, secondo quanto dichiarato dal portavoce della commissione elettorale. Ma, con la dispersione dei voti e la complessità delle alleanze possibili, gli israeliani rischiano di non conoscere il nome del loro prossimo capo del governo prima di diversi giorni, se non settimane.
Nel sistema israeliano, non è per forza il capo della lista arrivata in testa che è chiamato a formare il governo, ma quello fra i 120 deputati eletti che sarà in grado di costituire una coalizione con le altre formazioni. Gli ultimi sondaggi autorizzati, venerdì scorso, davano un vantaggio di quattro seggi alla lista guidata da Herzog (25 o 26) su quella del Likud di Netanyahu (21 o 22).
Per settimane, Netanyahu si è descritto come il miglior baluardo contro le minacce dell'estremismo islamico e di un Iran in possesso dell'arma nucleare. Mentre Herzog, 54 anni, e la sua alleata, la 56enne Livni, lo hanno attaccato sul carovita, sugli esorbitanti prezzi delle case e sulle disparità sociali, fra le più accentuate dei Paesi sviluppati.
Negli ultimi giorni, Netanyahu ha cercato di mobilitare gli elettori tentati da altre liste di destra o di centro. Ha bollato Herzog e Livni come i candidati della «capitolazione», pronti a cedere alle pressioni internazionali e a fare ampie concessioni territoriali ai palestinesi che vogliono fare di Gerusalemme Est la capitale dello Stato a cui aspirano. Saltando da un media all'altro, Netanyahu li ha accusati oggi di «essere pronti a dividere Gerusalemme e a condannare le costruzioni nei quartieri ebrei della città».
«Sono pronti a mollare tutto, a piegarsi a qualsiasi diktat, compreso un accordo nucleare con l'Iran», ha dichiarato al sito di informazione Walla.
Nonostante l'indignazione dei palestinesi e le rimostranze di una grande parte della Comunità internazionale, Netanyahu ribadisce così in campagna elettorale la sua determinazione a continuare a costruire a Gerusalemme est. Proprio in questa prospettiva, Netanyahu ha riservato una delle sue ultime uscite della campagna alla colonia di Har Homa. Le costruzioni, erette fra i quartieri palestinesi di Gerusalemme Est e il Sud della Cisgiordania, cominciarono fin dal 1997, nel corso del suo primo mandato da Primo ministro e portarono i palestinesi a interrompere i colloqui di pace.
Isaac Herzog ha anticipato Netanyahu e fin da ieri ne ha respinto gli attacchi in occasione di una visita al Muro del Pianto. «Saprò salvaguardare Gerusalemme e i suoi abitanti meglio di qualunque altro leader, con le mie azioni, non solo con le mie parole», ha detto il principale avversario di «Bibi». Secondo un sondaggio pubblicato venerdì dal Jerusalem Post, il 12% degli elettori interrogati a pochi giorni dal voto non ha ancora deciso per chi votare chi votare e il 72% afferma di volere un cambiamento.