19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Governo sostenuto da un partito contrario a uno Stato palestinese

Il nuovo governo di Netanyhau sarà malvisto dalla comunità internazionale

Il nuovo governo di Benjamin Netanyahu, nato con il sostegno dei nazionalisti religiosi decisi a ostacolare la nascita di uno Stato palestinese, complicherà ulteriormente i rapporti già tesi con la comunità internazionale.

GERUSALEMME (askanews) - Il nuovo governo di Benjamin Netanyahu, nato con il sostegno dei nazionalisti religiosi decisi a ostacolare la nascita di uno Stato palestinese, complicherà ulteriormente i rapporti già tesi con la comunità internazionale. Gli stessi palestinesi lo hanno già bollato come un «governo di unità per la guerra e contro la pace», pronto a «rafforzare la colonizzazione». Dichiarazione rafforzata dal via libera arrivato poche ore dopo dalle autorità israeliane per la costruzione di 900 nuovi alloggi a Gerusalemme Est.

Maggioranza difficile
Netanyahu ha faticato a trovare una maggioranza dopo il forfait a sorpresa dell'ex ministro degli Esteri e leader di Israel Beiteniu, Avigdor Lieberman, tanto da annunciare l'accordo con i nazionalisti religiosi di Focolare ebraico quando mancava solo un'ora alla scadenza del suo mandato per dare vita a un governo. Tuttavia, dopo sei settimane di trattative, Netanyahu è riuscito a ottenere una maggioranza risicata, 61 seggi su 120, da risultare alla mercè di qualsiasi deputato.

Ancora più a destra
Con il Focolare Ebraico, due partiti ultraortodossi e il partito di centro-destra Kulanu uniti attorno al Likud si profila un governo il cui centro di gravità si è spostato più a destra del precedente e in cui il leader nazionalista Naftali Bennett è riuscito a ritagliarsi un peso preponderante e insperato solo fino a qualche giorno fa. Di fronte a tale esecutivo «sarà più difficile per gli amici di Israele in Europa e gli amici di Israele nel partito democratico americano sostenere Israele perché, per loro, gli insediamenti sono indifendibili», ha commentato l'analista Jonathan Rynhold. 

Tante le sfide da affrontare
Diverse le sfide che il quarto governo di Netanyahu sarà chiamato a fronteggiare: le minacce alla sicurezza alle frontiere israeliane, l'eventualità di un accordo internazionale sul nucleare iraniano, l'offensiva diplomatica e giudiziaria dei palestinesi, la necessità di ricucire con Washington, e ancora, sul fronte interno, il costo della vita e le disuguaglianze sociali.

Un governo non troppo popolare con i governi stranieri
Robbie Sabel, ex ambasciatore ed ex negoziatore con i palestinesi, ammette che questo governo «non sarà molto popolare con i governi stranieri, che avrebbero preferito una coalizione più ampia o un governo guidato dai laburisti». Ma la diplomazia israeliana non dovrebbe risentirne, ha aggiunto, visto che al momento gli affari esteri sono sotto la guida di Netanyahu. Anche gli americani, pur irritati dall'offensiva elettorale di Netanyahu contro l'intesa con l'Iran, di cui si rivaleranno «in privato, in pubblico lavoreranno con il governo» e lo giudicheranno dalle sue azioni.