25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Putin tenta di sganciare Bruxelles dal TTIP

L'Unione Euroasiatica all'UE: unitevi a noi, mollate gli USA

La Russia di Putin lancia una proposta all'Unione europea: abbandonare le trattative in corso con gli Stati Uniti per il TTIP e costituire una partnership con la neonata Unione Euroasiatica. L'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, commenta la notizia e si sofferma sulle difficoltà che l'Italia sta incontrando a causa delle sanzioni alla Russia.

MOSCA - Le relazioni economiche internazionali potrebbero subire una forte sterzata. La Russia di Vladimir Putin ha in serbo, infatti, per la vicina Europa una proposta che muterebbe in profondità gli equilibri economici attuali. La mossa di Putin è semplice e diretta: l'Ue abbandoni le trattative in corso con gli Stati Uniti per il TTIP e costituisca una partnership con la neonata Unione Euroasiatica. «Una zona di libero scambio con i vicini avrebbe più senso di un accordo con gli Stati Uniti», scrive il giornale tedesco Deutsche Wirtschafts Nachrichten.

L'UE CI PENSA - L'Europa, dal canto suo, parrebbe sul punto di rivalutare la sua posizione economica rispetto alla Russia, anche e soprattutto in conseguenza degli esiti negativi apportati dalle sanzioni di Bruxelles. A confermarlo non è soltanto l'esempio concreto di una Germania sul punto della recessione, ma anche la dichiarazione dell'ex capo della Commissione Europea ed ex Primo Ministro italiano, Romano Prodi, che, in un'intervista al Messaggero, si dice convinto che «l’indebolimento dell’economia russa è estremamente negativo per l’Italia».

PRODI: L'ITALIA SUL BARATRO - L'ex presidente del Consiglio ed economista, ripercorrendo i nodi cruciali dell'economia italiana dell'anno appena trascorso, tocca la questione calda della Russia, affermando che «al calo dei prezzi del gas e del petrolio si unisce l'effetto delle sanzioni conseguenti la crisi ucraina, per cui il PIL russo subirà nell’anno in corso una diminuzione intorno al 5% facendo crollare di almeno il doppio le importazioni dall'Italia. Senza entrare nel merito dell’utilità o della necessità delle sanzioni conviene tuttavia mettere in rilievo l’asimmetria delle loro conseguenze dato che, nonostante il 50% di svalutazione del rublo nei confronti del dollaro, le esportazioni americane in Russia stanno tuttora aumentando del tutto in controtendenza rispetto a quelle europee». Prodi, quindi, sostiene che l'abbassamento del prezzo dell’energia sui mercati internazionali sarebbe un effetto positivo della crisi di durata momentanea, mentre sul lungo periodo bisogna aspettarsi per l’Italia prospettive estremamente svantaggiose: a picco l'esportazione dall'Europa verso la Russia, a tutto vantaggio degli Stati Uniti.

LA MORTE DELLO SCAMBIO COMMERCIALE - Il crollo del rublo, dunque, non avrebbe alcuna ripercussione sull'economia europea, che, invece subisce e subirà letalmente la fine dello scambio commerciale. Altro che «contagio» finanziario da parte della Russia: l'economia dei Paesi dell'Unione europea morirebbe sotto il duro colpo della fine del 'motore' del mondo globalizzato in cui viviamo: lo scambio commerciale.

UN PROGETTO CONCRETO - Il Deutsche Wirtschafts Nachrichten riporta le parole dell'ambasciatore russo presso l'Ue, Vladimir Chizhov, che afferma che l'idea della Russia è quella di «stabilire contatti ufficiali tra l'UE e l'Unione economica eurasiatica il più rapidamente possibile. La Cancelliera tedesca Angela Merkel ne ha parlato non molto tempo fa. Le sanzioni della UE alla Russia non sono un ostacolo». La Russia superando tensioni e malcontenti che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di rapporti con l'Unione europea arriva a chiederle di rinunciare agli accordi di libero scambio commerciale con gli USA contenuti nel TTIP ed entrare come membro nella Unione Economica Eurasiatica, costituitasi appena il 1° gennaio 2015. L'ambasciatore russo non manca di sottolineare i vantaggi che gli accordi apporterebbero all'Europa: «Basti pensare alle richieste – basse – degli standard relativi alla salubrità nell’industria alimentare americana». E ancora: «Davvero credete sia saggio sforzarsi così tanto a livello politico per realizzare una zona di libero scambio con gli USA quando avete un alleato naturale che è vicino a casa vostra? E poi, noi non commercializziamo carni di pollo ‘sanificate’ con l’acido cloridrico!».

I CONTRO DEL TTIP - Il giornale tedesco, però, si spinge oltre e, nel condurre un'analisi su pro e contro che i due diversi accordi comporterebbero, afferma che «si prevede che un accordo di libero scambio con gli Stati eurasiatici potrebbe creare più posti di lavoro in Europa occidentale, in quanto le società residenti sarebbero rafforzate. Nel caso, invece, dell'accordo con gli Stati Uniti, uno studio indipendente ha rivelato che verrà l'Europa andrà incontro ad una perdita di circa 600.000 posti di lavoro. Inoltre , si prevede che gli standard sociali più bassi verranno esportati dagli Stati Uniti ai Paesi europei. A beneficiare del TTIP sarebbero, quindi, secondo lo studio, in modo particolare gli Stati Uniti».

L'UNIONE EURASIATICA - Il trattato costitutivo dell’Unione Eurasiatica nasce il 1° gennaio 2015 e comprende, per ora, Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Russia, mentre è prevista per maggio l'entrata del Kyrgyzstan. La struttura è modellata su quella dell'Unione europea e a Mosca risiede la sede esecutiva della Commissione Economica Eurasiatica. A formare il corpo politico è il Supremo Consiglio Economico Eurasiatico, in cui i capi di stato sono tenuti a prendere decisioni unanimi. La libera circolazione dei lavoratori vige nell'area di interesse, in cui si ha il mercato unico per costruzioni, vendita al dettaglio e turismo. Previste per il prossimo decennio la creazione di un tribunale a Minsk, un ente regolatore a livello finanziario ad Astana. In progetto anche l'apertura di uffici della Eurasian Economic Commission ad Astana, Bishkek, Minsk, ed Yerevan. È programmato il raggiungimento del libero movimento di capitali, beni e servizi, oltre all'estensione del mercato unico per altri 40 settori, in primis quello farmaceutico, previsto per il 2016.