Anche la Serbia ripudia le sanzioni
Le sanzioni dell'UE contro Mosca sembrano essere soggette a molteplici boicottaggi. Nonostante il progetto del «South Stream«, il gasdotto da 63 miliardi di metri cubi, sia stato messo in stand by dalla Commissione europea, la Serbia ha annunciato che i lavori cominceranno nel 2015.
MOSCA - La Serbia prevede di iniziare «la costruzione del South Stream alla fine dell'anno». Lo ha detto l'ambasciatore serbo presso Federazione russa, Slavenko Terzich, in una conferenza stampa che anticipa la visita di Vladimir Putin a Belgrado il 16 ottobre, una tappa prima del suo arrivo a Milano. Secondo il capo missione, il gasdotto South stream è una questione prioritaria per la Serbia.
L'UE CONTRO IL «SOUTH STREAM» - Il diplomatico ha anche espresso la speranza che dopo le elezioni in Bulgaria, Sofia - uno dei nodi più complicati nelle trattative per la nuova via del gas, in quanto membro dell'Ue - prenderà una decisione sulla costruzione del gasdotto. In base ai piani russi, il primo gas in Europa attraverso la nuova pipeline è previsto per la fine del 2015, con destinazione finale in Austria alla fine dell'anno 2016, per arrivare alla piena capacità di 63 miliardi di metri cubi l'anno nel 2018. Tuttavia la Commissione europea ha messo in stand by il progetto, sostenendo che contravviene alle regole del cosiddetto terzo pacchetto energia, che vieta alle aziende di estrazione di gas, di controllare anche la distribuzione.
INTANTO SALTA L'ACCORDO TRA MOSCA E KIEV - Slitta il nuovo round di negoziati trilaterali tra Russia, Ucraina e Ue alla ricerca di una soluzione alla disputa sul gas tra Mosca e Kiev. Secondo fonti europee citate da France Presse, l'incontro previsto per oggi o domani a Bruxelles «non si terrà almeno sino alla fine del weekend». Il ministro ucraino dell'Energia Yuriy Prodan, che domani sarà nella capitale europea per una conferenza, incontrerà comunque il commissario all'Energia Guenther Oettinger per preparare "i prossimi colloqui trilaterali, per cui non è stata ancora fissata una data». L'Ucraina deve ancora dare il suo "ok" all'accordo che apparentemente è stato raggiunto con Mosca durante il precedente tour di negoziati mediati dall'Unione europea, che si sono tenuti a Berlino il 26 settembre. La Russia ha interrotto le forniture di gas naturale all'Ucraina a giugno, reclamando il pagamento di arretrati diversi miliardi di euro e una nuova formula di prezzo.