24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Zaia contro UE

«La Merkel dimentica chi le ha pagato l'unificazione»

Il Governatore del Veneto commenta la decisione della Francia di non rispettare il rapporto del 3% fra Pil e deficit: mentre il governo di Hollande fa questo passo per privilegiare i francesi agli interessi della Merkel, il Governo di Renzi si perde in battaglie secondarie e tweet.

VENEZIA - E' di ieri la notizia del Governo francese che non intende rispettare, per il 2014 e il 2015, il rapporto del 3% fra deficit e Pil, risultato raggiungibile non prima del 2017. Oggi il Governatore del Veneto, Luca Zaia, commenta la decisione del Governo di Hollande e afferma: «La politica del rigore alla tedesca porta solo povertà. Non lo dice il governo italiano, lo dice quello francese, dimostrando che esiste un'Europa che sa guardare agli interessi delle sue imprese e dei suoi cittadini rifiutando il rigore a senso unico e che sa presentarsi a Bruxelles a testa alta e piantare i pugni sul tavolo. Renzi, piuttosto che applicare il rigore a quella parte d'Italia che continua a sprecare, preferisce invece che muoia Sansone con tutti i Filistei».

LA FRANCIA CHE SI OPPONE AI DIKTAT - Continua il Governatore, riprendendo il premier Renzi e sottolineando che se la Francia ha preso la decisione di opporsi al diktat dell'Europa, è perché lì vi sono le condizioni base per poterlo fare: «La Francia, a differenza di Renzi, impone giustamente il tema della flessibilità dei parametri deficit/Pil. Non può permettersi di uccidere le sue imprese e di ridurre ai minimi termini un welfare che in Italia neppure ci sogniamo - dice Zaia - E manda a dire alla Merkel e alla Ue che prima di tutto vengono i francesi e gli interessi nazionali, e senza dirlo fa capire ai tedeschi un po' smemorati che i costi della loro riunificazione furono sopportati pazientemente e convintamente da tutta l'Europa»

L'ITALIA DELLE BATTAGLIE INUTILI - In Italia, invece - secondo le parole di Zaia - il Governo si perde in faccende inutili, dai tweet alle guerre parlamentari di secondaria importanza: «Il governo italiano invece no. Parla, lancia twitter e slogan in un vero profluvio comunicazionale, ma non ha la forza di imporre il rigore a quell'Italia ormai tecnicamente fallita, attraverso l'applicazione dei costi standard pronti dal 2011 e che farebbero risparmiare 30 miliardi l'anno - prosegue Zaia-. Un governo che si perde in inutili battaglie parlamentari su questioni non certo prioritarie, che non riesce a piazzare gli uomini giusti sulle poltrone europee che contano, mentre la pressione fiscale resta la più alta d'Europa, i salari i piú bassi, gli 80 euro vanno in bollette e balzelli e, tanto per non farsi mancar nulla, pensa di trasferire il Tfr in busta paga. Con tre risultati scontati: togliere definitivamente alle imprese quel po' di liquidità che riuscivano a racimolare a fronte della chiusura dei rubinetti bancari, togliere risorse ai fondi pensione (i futuri pensionati col contributivo integrale ringraziano) e indirizzare altre risorse non ai consumi ma al fisco a causa dei prevedibili perversi effetti combinati di aliquote e scaglioni».

E ANGELA RIDE - Il Governatore conclude il suo commento alludendo alla Cancelliera Merkel e ai suoi connazionali: «Intanto, i tedeschi se la ridono: continuano ad arricchire le loro banche, a far lavorare le loro imprese, a imporre nel mondo i loro prodotti, a ridurre l'età pensionabile dei lavoratori, a mantenere un generoso welfare. Tanto paghiamo noi!».