«E' un massacro»
Nella notte sono state bombardate le sedi della televisione e della radio di Hamas, e il bilancio delle vittime sale a 1.113 per i palestinesi e 54 per gli israeliani. Il primo ministro dello stato ebraico, Benjamin Netanyahu, ribadisce che il suo popolo è pronto a una lunga battaglia; in Iran, Khomeini chiede che il mondo intero armi i palestinesi per aiutarli a difendersi.
ROMA - Un'altra lunga notte di raid e intensi bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Almeno 26 palestinesi sono stati uccisi, tra loro anche nove donne e quattro bambini. Il bilancio complessivo degli attacchi di Israele contro il territorio palestinese sale a 1.113 vittime, secondo il portavoce del servizio di soccorso locale.
I bombardamenti hanno ripetutamente colpito Gaza: obiettivi dei raid, tra gli altri, i locali della televisione e della radio di Hamas nella Striscia. Colpita anche la casa del leader del movimento radicale palestinese, Ismail Haniyeh. Da parte sua, Israele ha perso in tutto 48 soldati, mentre tre civili sono stati uccisi dal lancio di razzi e proiettili di mortaio dall'inizio del conflitto armato. Da una parte all'altra del mondo, i drammi del conflitto generano reazioni contrapposte.
Benjamin Netanyahu (Israele): Siamo pronti a una lunga battaglia - Israele deve essere pronto a una "lunga campagna" nella Striscia di Gaza. E' il monito che ha lanciato il primo ministro dello stato ebraico, Benjamin Netanyahu, protagonista di un intervento televisivo dopo una nuova giornata di sangue nel territorio palestinese e nel sud di Israele.
«Noi», le parole del premier, «dobbiamo essere pronti a una lunga campagna, fino a che la nostra missione non sarà realizzata. Questa operazione non sarà conclusa fino a che non avremo neutralizzato i tunnel che servono agli spostamenti del movimento integralista palestinese Hamas per attaccare Israele.»
Khamenei (Iran): "Aiutiamo il popolo palestinese" - «Il presidente americano ha emesso una fatwa perché la resistenza (palestinese, ndr) sia disarmata, perché non possa più rispondere a questi crimini. Noi diciamo il contrario: il mondo intero, e in particolare il mondo islamico, deve armare aiutando come può il popolo palestinese», ha spiegato Khamenei. L'Iran, che non riconosce lo stato d'Israele, sostiene i gruppi armati palestinesi, Hamas e Jihad Islamica, contro i quali lo Stato ebraico ha iniziato una vasta operazione militare l'8 luglio scorso.
Dilma Rousseff (Brasile): "E' un massacro" - La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, in un articolo pubblicato sul sito del quotidiano brasiliano Folha de S. Paulo, rilanciato dalla stampa dello Stato ebraico, ha dichiarato: «Penso che ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza sia pericoloso. Non penso si tratti di genocidio, credo sia un massacro». La scorsa settimana il Brasile ha richiamato il suo ambasciatore in Israele. Il ministero israeliano degli Affari esteri aveva manifestato tutto il suo "disappunto" per questa decisione.
John Kerry (Usa): Riconsideriamo i rapporti con Israele - La proposta avanzata dal segretario di Stato americano, John Kerry, per un processo di pace in Medio Oriente non è piaciuta a Israele. Anzi sembra che il piano americano - bollato da Gerusalemme come troppo vicino alle richieste di Hamas - per la prima volta stia incrinando i rapporti tra le due potenze, da sempre molti vicine sulla questione israelo-palestinese. Oltre a questo, il fatto che Kerry abbia più volte duramente condannato gli attacchi contro Gaza, stanno tracciando una nuova linea nella politica estera americana nella regione.
Le recriminazioni da parte dello Stato israeliano proprio ieri sono diventate ancora più intense. A far arrabbiare Gerusalemme prima ci aveva pensato la Federal Aviation Administration (FAA), l'ente americano responsabile della sicurezza nell'aviazione civile, vietando alle compagnie americane di volare sull'aeroporto di Tel Aviv. Le autorità israeliane lo avevano bollato come "un regalo ai terroristi". Poi venerdì scorso era arrivata la bozza per il cessate il fuoco, troppo vicino alle posizioni da Hamas per i funzionari israeliani.
Federica Mogherini (Italia): "Situazione mai così drammatica" - Anche in Italia c'é preoccupazione per gli sviluppi del conflitto. «Il contesto regionale» in Medio Oriente «non è mai stato così drammatico» , ha dichiarato il ministro degli Esteri Federica Mogherini riferendo alla Camera sulla crisi nella Striscia di Gaza.
«Dalla Siria all'Iraq alla Libia, passando dalla fragilità dell'equilibrio libanese fino all'esposizione della Giordania a più fronti aperti, tutti ugualmente drammatici, è evidente che ci troviamo a dover rispondere oggi a un contesto inedito, ancora più ampio, più complesso, più drammatico del già devastante scenario della ciclicità», ha spiegato la titolare della Farnesina.