Kerry all'opposizione siriana: «Abbiamo buttato un anno»
Il segretario di Stato americano durante un incontro privato con i leader che combattono il presidente Bashar al-Assad ha spiegato che la comunità internazionale avrebbe sprecato tempo, incapace di coordinarsi per sostenere la lotta per far cadere il regime. Dimesso Lakhdar Brahimi, inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba nel Paese. La Francia si dice «rammaricata» del mancato attacco Usa
WASHINGTON - «Abbiamo buttato un anno». Avrebbe detto il segretario di Stato americano, John Kerry, in un incontro privato con i leader dell'opposizione siriana, che combattono il presidente Bashar al-Assad. Secondo Kerry, la comunità internazionale avrebbe sprecato un anno, incapace di coordinarsi per sostenere la lotta per far cadere il regime di Assad. A riportarlo in esclusiva è il Daily Beast. Secondo quanto riportato da persone che hanno partecipato all'incontro, il segretario di Stato avrebbe detto che i vari Paesi che hanno cercato di aiutare l'esercito di liberazione siriano non sono stati in grado di coordinare i loro sforzi per molto tempo. Questa incapacità di accordarsi sul flusso di aiuti e armi da far arrivare ai ribelli avrebbe gravemente danneggiato la battaglia per far cadere il regime di Assad e fermare le minacce terroristiche.
L'INCONTRO CON L'OPPOSIZIONE SIRIANA - Lo scorso giovedì, a Washington, Kerry ha incontrato il presidente della coalizione dell'opposizione siriana, Ahmad Jarba; alla riunione erano presenti almeno un funzionario del consiglio di sicurezza nazionale americano e diversi rappresentanti dei ribelli. L'ammissione di Kerry sarebbe avvenuta durante la discussione sui nuovi sforzi per coordinare sia il flusso di aiuti, sia quello di armi verso l'opposizione ad Assad. Quest'anno, i direttori delle intelligence di diversi Paesi arabi sono stati a Washington per lavorare con gli Stati Uniti in modo che gli aiuti finiscano nelle mani dei moderati e non di gruppi estremisti che si battono contro Assad. Nelle ultime settimane, la coalizione ha cominciato a ricevere e usare i missili anticarro americani come parte di un programma pilota per testare la sua capacità di maneggiare armi tecnologiche e di impedire che finiscano alle organizzazioni sbagliate. Secondo quanto riferito dal nuovo capo del Consiglio supremo militare della coalizione nazionale siriana, il generale Abdul-Ilah al-Bashir, il loro viaggio a Washington era focalizzato sula richiesta di armi antiaerei per proteggere i civili dai raid del regime. Bashir avrebbe poi chiesto a Kerry di prendere la testa della comunità internazionale per fornire armi e aiuti. Kerry, durante l'incontro, non avrebbe fatto promesse specifiche su nuovi aiuti americani. In passato, alcuni organi di stampa hanno scritto della frustrazione di Kerry per la politica dell'amministrazione Obama sulla Siria, per lui troppo morbida e inefficace.
BRAHIMI NON HA FALLITO - Le dimissioni di Lakhdar Brahimi, inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba in Siria, non sono il fallimento del veterano diplomatico algerino, ma il risultato dell'ostinato rifiuto del presidente siriano Bashar al-Assad a negoziare per porre fine al conflitto nel Paese con capitale Damasco. E' questo il commento del segretario di Stato americano, alla notizia annunciata dal Palazzo di Vetro. «Brahimi non ha fallito. E' un errore giocare su quest'idea», ha detto Kerry rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa di ieri che si è svolta al fianco del ministro italiano degli Esteri Federica Mogherini. «E' colpa di Assad, che assolutamente rifiuta di negoziare a ogni singola sessione», ha aggiunto il capo della diplomazia della più grande potenza del mondo. Brahimi è il secondo inviato in Siria a dimettersi dopo l'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan, che lasciò il suo incarico all'80enne diplomatico nel 2012. Nel ricordare l'esito fino ad ora fallimentare dei negoziati, Kerry ha fortemente criticato Assad per essersi rifiutato di proseguire il percorso di Ginevra che dovrebbe portare a una transizione politica e a una graduale riconciliazione tra sostenitori e oppositori del regime dello stesso Assad. «L'opposizione fece un lavoro migliore del regime nel portare avanti la propria causa. Il regime di Assad non lo ha fatto mai», ha detto Kerry aggiungendo che un simile atteggiamento «rappresenta la continuazione del testardo attaccamento al potere di un uomo che è disposto a lanciare bombe sulla sua gente, a usare gas contro di loro, a bombardare civili innocenti, a far patire la fame alle persone nelle loro case e in qualche modo a reclamare il diritto di essere capace di guidare un Paese. Non penso che il mondo civilizzato intenda sostenere un simile approccio e quindi continueranno gli sforzi per fare pressione su Assad».
LE DIMISSIONI DI BRAHIMI - «E' con profondo rammarico che (...) ho deciso di accettare la richiesta di Brahimi di lasciare le sue funzioni il 31 maggio 2014», ha dichiarato Ban alla presenza di Brahimi. Il cui successore non è ancora stato scelto. «Lasciatemi il tempo di trovare la persona adatta», ha spiegato. Brahimi si è detto «molto triste di lasciare il suo posto, e la Siria, in una cattiva situazione», mentre Ban ha duramente criticato le due parti in Siria - governo e opposizione armata - per non essere riuscite a mettere fine al conflitto. «Chiedo loro ancora una volta di pensare al futuro, al loro Paese, al loro futuro», ha sottolineato il segretario generale delle Nazioni Unite. L'Onu «è lì per aiutare», ha proseguito, per poi riconoscere «che non siamo stati capaci di compiere progressi verso una soluzione politica» del conflitto in Siria. Ban ha reso omaggio agli sforzi diplomatici di Brahimi, in particolare l'organizzazione dei negoziati di Ginevra, e alla sua grande «pazienza e perseveranza» malgrado una missione che ha definito «quasi impossibile».
FRANCIA RAMMARICATA DI MANCATO ATTACCO A SIRIA - Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, in visita a Washington ha fatto sapere che il suo Paese si è «rammaricato», che il presidente americano Barack Obama non abbia colpito la Siria nell'autunno 2013. «Ce ne rammarichiamo perché pensiamo che avrebbe cambiato molte cose, in molti modi, ma è un fatto e noi non possiamo cambiare la storia», ha affermato nel corso di una conferenza stampa. Il regime siriano ha utilizzato armi chimiche, compreso il cloro, in quattordici attacchi dalla fine del 2013, ha denunciato il ministro degli Esteri francese. «Abbiamo testimonianze credibili sull'uso, almeno quattordici volte...di agenti chimici dall'ottobre 2013», ha detto Fabius.
FRANCIA E GERMANIA SI OPPONGONO A ELEZIONI IN SIRIA - Secondo il ministero degli Esteri di Damasco Francia e Germania vogliono impedire ai cittadini siriani residenti sul loro territorio di votare in Ambasciata per le elezioni presidenziali del 3 giugno prossimo. La notizia è stata confermata da Parigi. «La Francia conduce una campagna di stampa ostile alle elezioni e ha informato ufficialmente l'Ambasciata a Parigi della sua contrarierà allo svolgimento delle elezioni in territorio francese, ivi compresa l'ambasciata siriana», ha sostenuto il ministero siriano. Quanto alla Germania, secondo il ministero degli Esteri siriano «si è unita a quei Paesi che cercano di ostacolare le presidenziali in Siria, e che sostengono, finanziano e armano i gruppi terroristi con l'obbiettivo di distruggere la Siria. Non è sorprendente che questi Paesi abbiano deciso di proibire ai cittadini siriani residenti sul loro territorio l'esercizio del loro diritto costituzionale mediante il voto in Ambasciata».
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