Due militanti delle «Pussy Riot» fuggono all'estero
Avevano partecipato alla «preghiera punk» contro Vladimir Putin in una cattedrale moscovita. Hanno lasciato il Paese per sfuggire all'arresto: lo ha annunciato la stessa organizzazione con un messaggio diffuso su Twitter
MOSCA - Due militanti del gruppo «Pussy Riot» che avevano partecipato alla «preghiera punk» contro Vladimir Putin in una cattedrale moscovita hanno lasciato il Paese per sfuggire all'arresto: lo ha annunciato la stessa organizzazione.
«I nostri due membri ricercati dalla polizia sono riuscite a lasciare il territorio russo e cercano di reclutare altre militanti femministe all'estero per preparare delle nuove azioni» si legge in un messaggio diffuso sul social network «Twitter».
RICERCATE DALLA POLIZIA - Il 17 agosto scorso un tribunale di Mosca aveva condannato Maria Alekhina, Nadezhda Tolokonnikova ed Ekaterina Samutsevich a due anni di detenzione in un campo di lavoro per «vandalismo» e «incitamento all'odio religioso»; tre giorni dopo la polizia aveva annunciato di essere alla ricerca delle altre due militanti che il 21 febbraio avevano partecipato all'irruzione nella cattedrale di Cristo Salvatore.