Al Qaida opera al fianco dei ribelli nell'est della Siria
E' quanto scrive oggi il Guardian, il cui corrispondente dalla provincia di Deir Ezzor ha incontrato i combattenti che hanno lasciato l'Esercito libero siriano per unirsi ai jihadisti, definiti «ghuraba'a» (stranieri). Unhcr: Ad Aleppo in migliaia riparati in scuole e moschee
DAMASCO - Al Qaida opera al fianco dei ribelli siriani nell'est della Siria, mettendo a disposizione la propria esperienza in ordigni e autobomba. E' quanto scrive oggi il Guardian, il cui corrispondente dalla provincia di Deir Ezzor ha incontrato i combattenti che hanno lasciato l'Esercito libero siriano per unirsi ai jihadisti, definiti 'ghuraba'a' (stranieri).
I combattenti di al Qaida cercano però di nascondere la loro presenza. «Alcune persone hanno paura di sventolare la bandiera nera - ha raccontato al quotidiano britannico Abu Khunder, comandante di una brigata di jihadisti - temono che l'America decida di intervenire per combattere contro di noi. Per questo combattiamo in segreto. Perchè fornire a Bashar (al Assad) e all'Occidente un pretesto?». Tuttavia, ha puntualizzato, i combattenti di al Qaida operano a stretto contatto con il consiglio militare che comanda le brigate dell'Esercito libero siriano nella regione: «Ci incontriamo quasi ogni giorno. Abbiamo chiare istruzioni dalla nostra leadership sul fatto che se l'Esercito libero siriano ha bisogno del nostro aiuto dobbiamo intervenire. Li aiutiamo con ordigni e autobomba. La nostra specialità sono le operazioni con ordigni esplosivi».
«All'inizio eravamo in pochi - ha aggiunto - ora, grazie ad Allah, ci sono immigrati che si stanno unendo a noi, portando la loro esperienza. Uomini provenienti da Yemen, Arabia Saudita, Iraq e Giordania». L'obiettivo di al Qaida è «creare uno Stato islamico e non uno Stato siriano», ha concluso. Già ieri, al Jazeera e il New York Times avevano riferito di un crescente ruolo dei jihadisti stranieri nella guerra in atto in Siria.
Unhcr: Ad Aleppo in migliaia riparati in scuole e moschee - Sono migliaia gli abitanti di Aleppo, la città più popolosa della Siria, a cercare riparo in scuole, moschee ed edifici pubblici. E' quanto si legge in un comunicato dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), in cui si precisa che la Mezzaluna Rossa Araba Siriana (Sarc) e altre associazioni nazionali stanno registrando ogni giorno circa 300 famiglie di sfollati che hanno bisogno di assistenza immediata.
Sono tra le 250 e le 350 le persone stipate all'interno di 32 scuole, mentre in circa 7.000 hanno cercato rifugio nelle residenze universitarie, si legge nella nota. Data la pericolosità della situazione, l'ufficio dell'Unhcr ad Aleppo lavora in modo limitato, ma continua a coordinarsi con la Sarc e le altre organizzazioni per identificare le necessità delle persone più colpite. L'ufficio di Damasco sta inviando alla Sarc di Aleppo aiuti da distribuire a migliaia di famiglie, tra cui materassi, coperte, utensili per cucinare, teli di plastica, taniche per l'acqua e pannolini.
Sarebbero circa 200.000, secondo le stime del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc) e della Sarc, le persone fuggite da Aleppo e dalle zone circostanti nel corso del fine settimana.
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