Indignati: guerriglia a New York, 175 arresti
Le manifestazioni proseguono nel pomeriggio e in serata. 26 i giornalisti arrestati dall'inizio delle manifestazioni. Donatella Versace al New York Times: importante ascoltarli
NEW YORK - Continuano gli scontri tra la polizia e Occupy Wall Street nel distretto finanziario di New York. A metà pomeriggio di quella che è stata proclamata dal movimento come la «giornata dell'azione», gli arresti tra i manifestanti sono saliti ad almeno 175. Dopo i tafferugli di questa mattina, quando i partecipanti della protesta avevano tentato di «chiudere» Wall Street ed interferire con i lavori della borsa di New York, la polizia e i manifestanti sono venuti di nuovo a contatto a Zuccotti Park intorno a metà giornata. Sotto una pioggia leggera ma insistente i manifestanti si sono poi riuniti a Union Square, una delle piazze principali di Manhattan, poco più a nord del quartiere della finanza.
Ferito alla testa un manifestante - Dopo essere stati respinti dalla polizia schierata in assetto antisommossa lungo le vie di accesso a Wall Street, i dimostranti si erano riuniti nuovamente nel parco. Nelle ore successive a Zuccotti Park si sono intensificati gli scontri con la polizia. Il tentativo dei dimostranti di rimuovere le barriere metalliche installate dalla polizia lungo il perimetro dell'area ha infatti suscitato una prima reazione delle forze dell'ordine, che sono intervenute più volte con i manganelli nel tentativo di riprendere il controllo della zona.
Intorno a mezzogiorno, la situazione sembrava essersi calmata, anche grazie alla pioggia che ha cominciato a cadere incessante. Poco dopo, però, le nuove mobilitazioni dei dimostranti in vista delle altre manifestazioni del pomeriggio hanno provocato una seconda reazione della polizia, che è rientrata nel parco in forze con l'obiettivo di disperdere la folla. Nelle colluttazioni, almeno un manifestante è stato ferito alla testa, mentre un poliziotto è stato portato in ospedale dopo essere stato colpito da un oggetto di vetro. Gli scontri nel primo pomeriggio, registrati anche nei pressi di Union Square, sono stati particolarmente violenti e hanno lasciato tracce di sangue visibili sul selciato di Zuccotti Park.
26 i giornalisti arrestati dall'inizio delle manifestazioni - Nella seconda parte del pomeriggio i manifestanti si sposteranno nelle metropolitane della città, che saranno «occupate» proprio durante l'ora di punta, quando i lavoratori di New York escono per tornare a casa. A partire dalle 17, le 23 in Italia, invece il punto d'incontro diventerà Foley Square, da dove partirà una marcia a cui parteciperanno anche diverse sigle sindacali diretta verso il municipio e il ponte di Brooklyn.
A essere arrestati dalla polizia in questi giorni non sono stati solo i manifestanti di Occupy Wall Street. A dimostrazione della situazione particolarmente tesa che si respira in questi giorni in città, 10 giornalisti sono stati arrestati a New York durante gli scontri degli ultimi 3 giorni. Secondo i calcoli di Josh Stearns di Free Press, sono ben 26 i giornalisti arrestati negli Stati Uniti dall'inizio delle manifestazioni.
Donatella Versace al NY Times: importante ascoltarli - Gli indignati, almeno quelli italiani, sono meno di quanto sembrano, ma li si deve ascoltare.
A dirlo è Donatella Versace, direttore creativo della società fondata dal fratello Gianni, parlando al New York Times in occasione del lancio della collezione disegnata per la catena di abiti low-cost H&M, in vendita in America tra due giorni. Il quotidiano newyorkese le ha chiesto, in quanto rappresentante di una moda dell'eccesso in un momento in cui lo squilibrio economico è un tema più che mai attuale, cosa pensasse della protesta di Occupy Wall Street. «Non avviene solo in America, ma anche a Milano sono tutti davanti al Castello Sforzesco», ha risposto Versace. «La protesta sembra più grande in televisione.
Sono andata a vedere, è molto più piccola nella realtà, ma è importante andare là e ascoltare le voci. Qualcosa deve cambiare nel mondo. Senza un cambiamento, i giovani non avranno futuro».
La stilista ha poi ancora spiegato che ruolo ha, in questo contesto, la sua collaborazione con H&M: «Quello che si è sbagliato, quando è scoppiata la crisi nel 2008, è che molti hanno pensato di fare 'abiti sicuri', perché l'economia andava male e le persone avrebbero investito in un abbigliamento da indossare e riusare sempre. Niente poteva essere più sbagliato. La moda rappresenta novità, glamour, audacia e sofisticatezza. La cosa che mi rende felice di H&M è che posso raggiungere un'enorme folla di giovani, perché stanno cercando ispirazione. Non sono in cerca di un vestito».
- 12/05/2012 Indignati, Madrid un anno dopo
- 11/01/2012 A New York torna «Occupy Wall Street»
- 22/12/2011 La rivolta dei ricchi USA: ora basta farsi accusare
- 13/12/2011 Indignati, bloccati i maggiori porti della costa ovest americana