20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Il Papa striglia i Cattolici «progressisti»: Serve unità

Benedetto XVI: «Lo scandalo pedofilia rende la Fede inaccessibile»

Ultimo incontro pubblico per il Pontefice a Friburgo: «E' l'ora di togliere coraggiosamente il mondano dalla Chiesa»

FRIBURGO - Il Papa torna a parlare di pedofilia, nell'ultimo incontro pubblico del suo viaggio in Germania prima di ripartire per Roma. Rivolgendosi ai fedeli laici nella sala dei concerti di Friburgo, Benedetto XVI, in particolare, ha sottolineato come lo «scandalo» (in senso negativo) degli abusi sessuali dei preti rischi di prendere il posto dello «scandalo» (in senso positivo) della morte e risurrezione di Cristo e, in questo modo, rendere la fede «inaccessibile» agli uomini.

«La fede cristiana è per l'uomo uno scandalo sempre e non soltanto nel nostro tempo», ha detto Benedetto XVI. «Che il Dio eterno si preoccupi di noi esseri umani, ci conosca; che l'Inafferrabile sia diventato in un determinato momento afferrabile; che l'Immortale abbia patito e sia morto sulla croce; che a noi esseri mortali siano promesse la risurrezione e la vita eterna - credere questo è per noi uomini una vera pretesa. Questo scandalo, che non può essere abolito se non si vuole abolire il cristianesimo, purtroppo - ha detto Benedetto XVI in implicito riferimento alla pedofilia - è stato messo in ombra proprio recentemente dagli altri scandali dolorosi degli annunciatori della fede. Si crea una situazione pericolosa, quando questi scandali prendono il posto dello scandalo primario della Croce e così lo rendono inaccessibile, quando cioè nascondono la vera esigenza cristiana dietro l'inadeguatezza dei suoi messaggeri».
«Vi è una ragione in più - ha detto ancora il Papa - per ritenere che sia nuovamente l'ora di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Questo non vuol dire ritirarsi dal mondo. Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini - ai sofferenti come a coloro che li aiutano - proprio anche nell'ambito sociale -caritativo, la particolare forza vitale della fede cristiana».

Benedetto XVI striglia i Cattolici «progressisti»: Serve unità - Quello che pensa lo ha spiegato senza mezzi termini in un colloquio privato. Il Papa ieri ha incontrato il governatore del Land tedesco del Baden-Wuerttenberg, a Friburgo, e, a sorpresa, gli ha domandato di Stuttgart21, il controverso progetto di ristrutturazione della stazione ferroviaria centrale di Stoccarda. Da mesi in Germania ne discutono, e litigano, politici e cittadini, si organizzano referendum e manifestazioni di protesta. Un po' come la Tav in Italia. Il Papa ha domandato al governatore, il verde Winfried Kretschmann, come fa a gestire i conflitti di Stuttgart21 per evitare che la società si spacchi. «Anche io - avrebbe aggiunto Ratzinger a quanto riferito dallo stesso Kretschmann alla televisione tedesca - ho questo problema, come tenere insieme una Chiesa che diviene pluralista».

Il viaggio di Ratzinger nella sua patria è stata attraversato in modo carsico da questo problema. Il mondo cattolico dell'area germanica è in fibrillazione da tempo. Nel 1996, ad esempio, nacque il movimento di base Noi siamo Chiesa (Wir sind Kirche), sulla scia della vicenda del cardinale Herman Groer, che si dimise per accuse di pedofilia da arcivescovo di Vienna.
L'associazione indirizzò un «appello del popolo di Dio» a Giovanni Paolo II per denunciare che le promesse del Concilio vaticano II erano andate deluse. Ma è negli ultimi mesi che si sono moltiplicate le richieste di riforme ecclesiali. Da quando, in particolare, con la denuncia degli abusi sessuali compiuti nei decenni scorsi dai gesuiti del collegio Canisius, nel gennaio scorso, è scoppiato lo scandalo della pedofilia.

Numerose le iniziative «progressiste» che hanno individuato quale causa di questo scandalo alcuni nodi strutturali della Chiesa. E hanno fatto appello alle riforme. Un gruppo inizialmente composto da 143 teologi germanofoni, tra i quali Hans Kueng, da anni molto critico di Papa Ratzinger, hanno firmato un appello per chiedere una «svolta necessaria» su temi come la partecipazione dei fedeli alla vita ecclesiale e nelle nomine delle gerarchie, maggior rispetto per le coppie omosessuali, la comunione ai divorziati risposati, il sacerdozio degli uomini sposati. In Austria 300 parroci hanno lanciato un «appello alla disobbedienza» con una iniziativa (Pfarrer-Initiative) che chiede, tra l'altro, il sacerdozio femminile, l'abbandono del sacerdozio, la comunione ai divorziati risposati. Lo stesso presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, ha dimostrato comprensione per il tema della comunione ai divorziati risposati, in un'intervista concessa alla Zeit poco prima della visita del Papa. La Conferenza episcopale tedesca, del resto, ha iniziato un dialogo sinodale quadriennale con tutte le componenti della Chiesa per superare la crisi. E appelli alle riforme sono stati indirizzati alla Chiesa anche da politici cristiano-democratici, non propriamente dei progressisti: dal presidente federale Christian Wulff, divorziato risposato che ha auspicato maggiore «misericordia» da parte della Chiesa, a un gruppo di deputati della Cdu - tra i quali il presidente del Bundestag Norbert Lammert e il ministro dell'Istruzione e vice di Angela Merkel alla guida della Cdu, Annette Schavan - che hanno auspicato l'ammissione al sacerdozio per i viri probati, «gli uomini coniugati di provata fede». L'anno scorso, intanto, la televisione 'Zdf' aveva pubblicato gli esiti di un sondaggio in base al quale l'80% dei cattolici in Germania reclama riforme quali l'abrogazione del celibato e l'accesso delle donne al sacerdozio. Chiede riforme, infine, il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, associazione che rappresenta i laici, ha chiesto riforme. Tra di essi, il governatore del Land tedesco del Baden-Wuerttenberg, Winfried Kretschmann, col quale il Papa ha parlato di Stuttgart21.