All'ONU diplomazia al lavoro per scongiurare crisi mediorientale
Oggi a New York si sono riuniti i 27 Ministri dell'UE
NEW YORK - I ministri degli Esteri dei 27 paesi dell'Unione Europea si sono riuniti oggi a New York, a margine della 66ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per trovare in extremis una posizione comune di fronte alla richiesta di riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente, che il presidente dell'Anp Abu Mazen è intenzionato a presentare venerdì al Palazzo di Vetro.
La diplomazia internazionale sta dunque lavorando freneticamente per tentare un rilancio del negoziato diretto tra israeliani e palestinesi, per prevenire possibili divisioni tra Europa e Stati Uniti riguardo all'iniziativa dei palestinesi, ma il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha detto ai giornalisti che al momento il Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Russia, Onu e Ue) non ha fatto alcun progresso nella preparazione di una dichiarazione per rilanciare i colloqui diretti tra le parti. «Non ci sono progressi da segnalare al momento», ha detto il capo della diplomazia britannica.
Nelle prossime ore, riporta il quotidiano Ha'aretz, è atteso anche a New York il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il quale, prima della partenza, ha detto di non aspettarsi un'accoglienza particolarmente «calda» al Palazzo di Vetro. «Proprio per questo - ha detto il premier durante una riunione con il Likud - penso che dobbiamo andarci e dire la nostra verità, quella di un paese attaccato in continuazione da coloro che si oppongono alla sua stessa esistenza». Netanyahu a New York incontrerà il presidente americano Barack Obama e altri leader, prima del suo intervento di fronte all'Assemblea Generale, previsto per venerdì, alcune ore dopo quello di Abu Mazen.
Netanyahu ha detto anche di aver proposto più volte ad Abu Mazen un incontro faccia a faccia, ma il presidente palestinese avrebbe sempre declinato l'invito. «Gli ho detto che la strada per la pace passa attraverso i negoziati diretti e non le decisioni unilaterali alle Nazioni Unite», ha affermato il premier israeliano. Anche l'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Ron Prosor, ha detto oggi che «gli israeliani sono pronti a riprendere i negoziati di pace con i palestinesi anche domani».
In realtà, anche la leadership palestinese, ha detto ad Ha'aretz un funzionario dell'Anp, sarebbe pronta a prendere in considerazione qualsiasi «seria e credibile» proposta da parte di Netanyahu, che includa però il congelamento degli insediamenti. Tuttavia, ha precisato Husam Zomlot, ciò non significa che Abu Mazen sia anche pronto a rinunciare alla sua sfida per ottenere il riconoscimento di uno Stato palestinese.