La smentita dei ribelli: nessun negoziato con Gheddafi
Il Cnt promette: «Lasceremo il potere 8 mesi dopo la caduta del Regime». Nato: «Lancio scud sui ribelli? Gesto disperato del Regime»
BENGASI - Il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), organo politico dell'opposizione libica, ha smentito ogni negoziato con il regime di Muammar Gheddafi.
«Non ci sono negoziati, diretti o indiretti, con il regime di Gheddafi», ha dichiarato Mustafa Abdel Jalil, mentre fonti tunisine hanno riferito di discussioni in corso da domenica tra rappresentanti dell'opposizione e del regime sull'isola di Djerba.
Il Cnt promette: «Lasceremo il potere 8 mesi dopo la caduta del Regime» - Il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), l' organo politico dell'opposizione libica, si è impegnato a lasciare il potere al più tardi otto mesi dopo la caduta del colonnello Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato il suo presidente, Mustafa Abdel Jalil.
«Su richiesta della Comunità internazionale», il Cnt ha definito una roadmap per il periodo transitorio successivo alla caduta del colonnello Gheddafi, ha dichiarato Jalil, nel corso di una conferenza stampa a Bengasi (est). «Dopo numerose riunioni e discussioni, abbiamo deciso che questo periodo transitorio non supererà i venti mesi, durante i quali il Cnt continuerà a lavorare per 8 mesi tutt'al più (...) forse meno», ha spiegato, «Non è possibile ipotizzare che il Cnt resti in carica e continui a gestire il Paese per due anni nei quali non è stato eletto».
«I libici saranno in seguito destinati a eleggere un congresso nazionale (...) che designerà un comitato con l'incarico di redigere la nuova costituzione», ha proseguito. «Questa bozza di costituzione sarà presentato ai libici tramite referendum» e «tutto il processo si svolgerà sotto il controllo delle Nazioni Unite», secondo il presidente del Cnt.
Insorti: «Vinceremo con la fine del Ramadan» - Mansour Saif al-Nasr, il rappresentante in Francia del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), ha dichiarato che il conflitto in Libia è «in una fase decisiva» e che spera in una vittoria dei ribelli «con la fine del Ramadan», a fine agosto.
«Le nostre forze controllano totalmente Zawiyah, che aprirà la porta verso Tripoli. Questo permetterà alla popolazione di rivoltarsi. (...) Entriamo in una fase decisiva, presto libereremo tutto il sud della Libia. Speriamo di festeggiare la vittoria finale insieme alla fine del Ramadan» ha dichiarato il rappresentante del Cnt, in un'intervista a Radio France Internationale. Ieri, i ribelli libici hanno affermato di controllare «la maggior parte» di Zawiyah, 40 chilometri a ovest di Tripoli.
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Abdul Ilah al-Khatib, ha lasciato la Tunisia oggi, dopo una visita di 24 ore in cui ha incontrato rappresentanti delle parti libiche e le autorità tunisine. Lo ha indicato una fonte aeroportuale.
Al Khatib ha dichiarato all'agenzia tunisina Tap di aver incontrato «rappresentanti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) e del governo libico, senza che questo» fosse inserito «nel quadro di negoziati ufficiali».
Non ha precisato se queste riunioni fossero avvenute separatamente o se avessero visto le due parti riunito intorno a lui.
Ieri a Zawiyah 23 morti nei combattimenti - I combattimenti tra ribelli e forze fedeli a Muammar Gheddafi avrebbero provocato ieri, a Zawiyah (40 chilometri a ovesti di Tripoli), la morte di 23 persone; numerosi i feriti. Lo hanno reso noto fonti ribelli. Tra le vittime, molti combattenti e alcuni civili, raggiunti da colpi di mortaio.
Un giornalista dell'Afp ha assistito ai funerali di 13 persone, combattenti arrivati da Zenten, sulle montagne del Gebel Nefusa.
Oggi, i combattimenti proseguono, ma la zona - come confermato dal giornalista- sembra ormai interamente nelle mani degli insorti.
Nato: «Lancio scud sui ribelli? Gesto disperato del Regime» - Il lancio di un missile Scud sulle posizioni ribelli, in Libia, da parte delle forze fedeli a Muammar Gheddafi costituisce «un gesto disperato» del regime libico, di fronte all'avanzata degli insorti. Lo ha dichiarato un portavoce della Nato.
Le forze del Colonnello hanno infatti lanciato domenica, da Sirte, un missile terra-terra a corto raggio (Scud) sulle posizioni ribelli vicino a Brega, come confermato oggi dal portavoce della missione Unified Protector, il colonnello canadese Roland Lavoie, durante una conferenza stampa nel quartier generale di Napoli.
Il missile è caduto a circa 5 chilometri da Brega, «in una zona attualmente sotto il controllo delle forze anti-Gheddafi», ma senza fare vittime, ha precisato. «L'utilizzo di un tale missile costituisce una minaccia diretta contro persone innocenti» ha aggiunto, «quella è un'arma terroristica». Per Lavoie si è trattato di un gesto «irresponsabile» del regime.
Scontri a Brega, uccisi 15 combattenti ribelli - Quindici combattenti ribelli libici sono stati uccisi da ieri negli scontri con l'esercito governativo nella zona della località petrolifera di Brega, sul fronte orientale. Lo ha annunciato un portavoce militare della guerriglia oggi a mezzogiorno.
«Da ieri, abbiamo avuto quindici vittime sul fronte di Brega», ha annunciato questo portavoce, Mohammed Zawiwa, alla stampa a Bengasi, la «capitale» degli oppositori 240 chilometri a nord-est di Brega. «I combattimenti continuano, attualmente, nella zona residenziale numero uno», ha aggiunto.
Dopo mesi di stallo sul fronte orientale, i ribelli hanno lanciato a fine luglio un'offensiva contro Brega, avamposto dei filo-Gheddafi a est da aprile. Ieri, gli oppositori controllavano la quasi totalità della zona residenziale di Brega, nell'est di questa città che si estende su una decina di chilometri lungo la costa, ma combattimenti proseguono a ovest, dal lato della zona industriale.
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