Le responsabilità del Pakistan nella lunga fuga del «Principe del Terrore»
Negli USA sempre più sospetti sul coinvolgimento dei servizi deviati
ISLAMABAD - Osama bin Laden è stato ucciso in un'operazione della Cia e delle forze speciali americane legate all'intelligence. Secondo una prima ricostruzione fornita dal presidente Usa, Barack Obama, il blitz sarebbe stato compiuto in cooperazione con funzionari pachistani. Ma un alto ufficiale Usa ha riferito successivamente che gli agenti del Pakistan non hanno preso parte all'operazione. E la stampa americana torna a sollevare dubbi sull'effettiva capacità di Islamabad di condurre una lotta senza quartiere contro i terroristi di al Qaida. A poche ore dall'uccisione di Bin Laden c'è chi attribuisce ai servizi segreti deviati pachistani responsabilità dirette nella protezione del re del terrore.
La domanda che l'intelligence Usa, e non solo, si pone è: che ci faceva Osama Bin Laden alle porte di Islamabad? E in effetti, nota il New York Times, il fatto che sia stato ucciso non lontano dalla capitale pachistana piuttosto che in una remota area tribale alimenta i dubbi sulle responsabilità del governo locale.
Tra l'altro non sono nuove le notizie di forti tensioni tra Washington e Islamabad sul modo in cui combattere contro l'organizzazione terroristica. Il capo di stato Maggiore della Difesa Usa, l'ammiraglio Mike Mullen, ha pubblicamente criticato l'apparato militare pachistano, appena due settimane fa, per non essere riuscito a fare quanto avrebbe dovuto nel contrasto a combattenti islamici ed estremisti vicini all'organizzazione di Bin Laden, in particolare in Nord Waziristan.
Gli Stati uniti hanno alimentato sostenuto lo sviluppo delle forze armate pachistane anche con risorse economiche: dall'11 settembre 2001, Washington ha destinato a Islamabad 20 miliardi di dollari da utilizzare nella lotta al terrorismo. Denaro, riferisce il New York Times, che secondo buona parte dei funzionari americani non è servito a raggiungere lo scopo.