Gheddafi contro l'Italia: «Guerra sul vostro territorio»
«L'Italia colonialista oggi come un secolo fa. Dov'è il parlamento italiano, dov'è il mio amico Berlusconi»
ROMA - Un discorso di propaganda nell'anniversario della battaglia di Gardabya: così Muammar Gheddafi ha lanciato la sua sfida all'Italia, avvertendo Roma che la guerra potrebbe arrivare sul territorio italiano. Secondo il testo del discorso del rais - diffuso nella notte dalla Tv di Stato libica e poi pubblicato sul sito dell'emittente - Gheddafi non ha minacciato direttamente l'Italia, ma ha avvertito che non potrà frenare i giovani libici che volessero attaccare la penisola.
«Speravamo che discorsi di questo genere fossero finiti per sempre nella pagina dell'odioso passato dell'Italia coloniale» ha detto Gheddafi, «credevamo di avere a che fare con una nazione civilizzata, ma siamo molto dispiaciuti nel constatare che nell'anniversario dell'invasione invece di commemorare una cosa del passato vediamo ripetersi l'invasione e il colonialismo dell'Italia. Dove è finito il trattato di amicizia che non consente l'aggressione contro la Libia? Dov'è il parlamento italiano, dov'è il mio amico Berlusconi, avete chiesto scusa e come mai oggi ripetete l'invasione della Libia con i vostri aerei? Vi credevamo preda del senso di colpa verso il popolo libico che avete colpito nel 1911.«
E poi l'affondo del colonnello: «Sono rimasto molto dispiaciuto sentendo oggi alla radio esponenti del popolo libico che a Sirte minacciavano di spostare la guerra in Italia; hanno detto che la guerra è ormai aperta fra noi e l'Italia perchè l'Italia uccise i nostri figli nel 1911 e uccide i nostri figli oggi. E hanno ragione; e non posso mettere un veto ai libici perchè sono liberi di spostarsi come vogliono e di portare la guerra su un altro territorio». E Gheddafi cita poi il Corano: «Chi vi aggredisce, aggreditelo nella stessa misura in cui vi ha aggredito».
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