25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Crisi libica

Nato: Gheddafi usa scudi umani. Difenderemo Misurata

L'amministratore delegato dell'Eni Scaroni: «Su petrolio la Francia non ci preoccupa»

BRUXELLES - La crisi di Misurata appare sempre di più come lo snodo politico e militare decisivo nella crisi Libica. La Nato si impegna a difendere la città e accusa Gheddafi di usare i civili come «scudi umani». Al tempo stesso, il regime libico insiste a trattare chiedendo ai ribelli il 'cessate il fuoco' mentre l'agenzia ufficiale libica riferisce che Gheddafi ha scritto un messaggio a Obama. E il rais continua a riuscire a aggirare l'embargo decretato dalle nazioni unite. 19.000 tonnellate di carburante sono state recapitate via mare alle forze del regime di Tripoli. Sul fronte delle risorse energetiche, l'ad di Eni Scaroni dice: la francia non ci preoccupa.....

Per la Nato, Misurata resta una priorità. Rispondendo oggi alle accuse dei ribelli, che hanno rimproverato all'alleanza atlantica di «farli morire», una portavoce della Nato, Carmen Romero, ha precisato oggi che l'alleanza è pronta «a fare tutto il necessario per proteggere i civili» della terza città della libia. La Nato - ha detto - ha un mandato molto chiaro e farà di tutto per proteggere i civili». Misurata è la nostra priorità numero uno». La Nato accusa anche Gheddafi di usare i civili come scudi umani: «Le forze governative libiche sono passate in questi ultimi giorni verso tattiche non-convenzionali, mescolandosi al traffico stradale (normale, ndr) e utilizzando civili come scudi nella loro progressione» verso località controllate dai ribelli, ha dichiarato alla stampa l'ammiraglio britannico Russ Harding, vice comandante dell'operazione Unified Protector.

Gheddafi, intanto, continua ad aggirare l'embargo. Il regime ha importato 19.000 tonnellate di combustibile per far fronte alla penuria di benzina: lo ha riferito oggi una fonte vicina alla società nazionale del petrolio. «Il governo libico ha importato un carico di combustibile su un'autocisterna straniera che ha navigato in acque tunisine prima di scaricare il suo carico a bordo di una nave libica, che l'ha trasportato a sua volta fino al porto di Zawiya, a ovest di Tripoli», ha indicato una fonte sotto copertura di anonimato.

Sul fronte diplomatico l'agenzia ufficiale libica Jana riferiva ieri sera di un messaggio inviato dal rais al presidente Usa Barack obama (messaggio di cui non precisa i contenuti) mentre il regime di Muammar Gheddafi ribadisce di essere pronto al dialogo con i ribelli di Bengasi purché questi depongano le armi. L'annuncio di Tripoli è arrivato nella tarda serata di ieri, dopo che voci su possibili aperture del regime si sono rincorse per almeno 24 ore. Sempre per un incontro centrato sulla Libia, il ministro degli Esteri Franco Frattini sarà oggi al dipartimento di Stato a Washington per un incontro con il segretario di Stato Hillary Clinton.

Sul terreno, mentre resta drammatica la situazione di Misurata, i ribelli sdrammatizzano per quanto riguarda la sconfitta subita a Brega. «In questo tipo di guerra del deserto, molto fluida, avanzare di venti chilometri e quindi ripiegarsi per altrettanti chilometri è normale. Le nostre forze sono al confine di Brega, le milizie di Gheddafi sono all'interno della città e i combattimenti continuano», ha detto uno dei portavoce del Cnt, Mustafa Gheriani.

Infine il tema risorse energetiche l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni ha detto di non essere preoccupato dal fatto che la Francia possa voler imporre la propria egemonia sulle fonti energetiche libiche. «La Francia non ci preoccupa - ha detto Scaroni a margine di un'audizione alla Camera - i nostri contratti sono assistiti da garanzie internazionali».quanto al gas proveniente dalla Libia, Scaroni ha sottolineato: possiamo anche «vivere» senza quella risorsa ma, certo, ci sono delle «criticità».