24 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Libia in rivolta

Gheddafi contrattacca, l'opposizione ripiega a est

I ribelli smentiscono ma perdono terreno. In diverse città, la rivolta assume ormai le sembianze di una guerra civile

TRIPOLI - Il regime libico sta cercando di riprendere il controllo del Paese con raid aerei contro i ribelli e manifestazioni di «vittoria» a Tripoli, affermando di aver riconquistato molte città, circostanza che la guerriglia smentisce malgrado abbia perso un po' di terreno.
Nel ventesimo giorno di rivolta, il colonnello Muammar Gheddafi si è detto favorevole a una commissione d'inchiesta «delle Nazioni Unite o dell'Unione africana» per valutare la situazione. Ha inoltre brandito lo spettro di al Qaida e di una massiccia immigrazione in Europa.

Suo figlio, Saif al-Islam, ha assicurato che la Libia potrebbe diventare «una Somalia del Mediterraneo», con «i pirati al largo della Sicilia e di Creta» e «milioni di migranti». Sul fronte politico, il Consiglio nazionale creato dalla rivolta 27 febbraio, che si è riunito sabato per la prima volta e si è detto «unico rappresentante della Libia», ha ricevuto il sostegno della Francia. Il ministro degli Esteri francese Alain Juppé ha oltretutto sostenuto che l'azione militare avrebbe «effetti negativi» e si è pronunciato per una no-fly zone per impedire gli attentati.

A Washington, è salita la pressione sull'amministrazione del presidente Barack Obama a fornire assistenza militare ai ribelli e a neutralizzare l'aviazione del colonnello Gheddafi, sia con una zona di interdizione al volo sia con la distruzione delle piste. «Potremmo bombardare gli aeroporti e le piste e renderle impraticabili per un po' di tempo», ha dichiarato alla Cbs il presidente della commissione Affari esteri del Senato, John Kerry. Il senatore repubblicano John McCain ha ipotizzato che Washington possa fornire assistenza tecnica e mezzi di informazione ai ribelli .

«Un team diplomatico britannico» arrivato per stabilire contatti con l'opposizione a Bengasi ha dovuto lasciare il Paese dopo «aver incontrato problemi», ha fatto sapere Londra. L'opposizione libica ha fatto sapere che sono stati arrestati e detenuti per diversi giorni, perché entrati in Libia «in modo informale e senza alcun accordo preventivo».

In diverse città, la rivolta assume ormai le sembianze di una guerra civile. La televisione di stato libica ha annunciato che le forze fedeli al colonnello Gheddafi sono dirette a Bengasi, roccaforte dell'opposizione quasi mille chilometri a est di Tripoli. A Misurata, terza città della Libia 150 chilometri a est di Tripoli, un residente e un ribelle hanno detto per telefono che la città era controllata dalla guerriglia, malgrado un'offensiva del governo con armi pesanti. «I carri armati sparano proiettili in pieno centro città», hanno fatto sapere.