28 agosto 2025
Aggiornato 10:30
Il ritiro delle truppe

Iraq, Obama annuncia la fine della guerra

Nella notte il discorso alla nazione del presidente: «Abbiamo pagato un prezzo enorme, ora si volta pagina. Oggi il nostro compito più urgente è rilanciare l'economia»

WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato ieri sera la fine della missione di combattimento americana in Iraq: dopo avere pagato «un prezzo enorme», ha detto l'inquilino della Casa Bianca, occorre adesso «voltare pagina», lasciare «la gestione della sicurezza totalmente in mano agli iracheni» e puntare l'attenzione al «rilancio dell'economia statunitense».

Operazione conclusa - Durante il suo atteso discorso dallo Studio Ovale, Obama non ha parlato di vittoria militare ed ha definito «una pietra miliare» e «un momento storico» la fine della guerra: «Oggi annuncio che la missione di combattimento in Iraq è terminata. L'operazione Iraqi freedom è conclusa, e gli iracheni sono ormai responsabili della sicurezza del loro paese», ha dichiarato il presidente rivolgendosi alla nazione. «Abbiamo ritirato quasi 100.000 soldati americani dall'Iraq. Abbiamo chiuso centinaia di basi o le abbiamo trasferite agli iracheni», ha sottolineato, ricordando di avere tenuto fede a una «promessa» fatta durante la campagna elettorale per le presidenziali.

Pagato un prezzo enorme - Obama ha osservato che il suo paese ha pagato «un prezzo enorme» in Iraq, dove più di 4.400 soldati americani sono morti dal giorno dell'invasione, nel marzo 2003, voluta dal suo predecessore George W. Bush. Il presidente ha invitato le autorità irachene a trovare «rapidamente» un accordo politico per la formazione del nuovo governo, a sei mesi dalle ultime elezioni.

Rilanciare l'economia - Affermando che è ormai giunto il tempo di «voltare pagina», Obama ha approfittato poi del suo discorso per provare a stemperare la preoccupazione degli americani sul fronte interno. «Il nostro compito più urgente è oggi rilanciare la nostra economia e creare lavoro per milioni di americani che lo hanno perso», ha detto, ricordando che l'invasione dell'Iraq ha «determinato l'impiego di vaste risorse all'estero in un periodo di bilanci ristretti».

La situazione afgana - «Il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan comincerà nell'estate del 2011 ma dipenderà dalla situazione sul campo. Nell'agosto prossimo, inizieremo un periodo di transizione delle responsabilità agli afgani», ha ricordato Obama, che aveva annunciato nel dicembre 2009 l'invio di 30.000 rinforzi nel paese asiatico.
«Il ritmo del ritiro delle nostre truppe sarà determinato dalla situazione sul campo e il nostro sostegno all'Afghanistan continuerà», ha sottolineato l'inquilino della Casa Bianca. «Ma questo non deve fuorviare: la prospettiva di una guerra senza fine non servirebbe i nostri interessi né quelli del popolo afgano», ha dichiarato Obama.
Con 323 morti in otto mesi, il 2010 è già diventato l'anno più sanguinoso per le truppe americane in Afghanistan. Nel solo mese di agosto, secondo il sito indipendente icasualties.org, hanno perso la vita 56 militari statunitensi.

Visita a sorpresa di Gates - Il segretario americano alla Difesa, Robert Gates, è arrivato questa mattina in Iraq per una visita a sorpresa che coincide con la fine ufficiale della missione di combattimento degli Stati Uniti nel paese mediorientale. L'aereo del capo del Pentagono è atterrato alla base aerea di Al Assad, a ovest di Baghdad, poche ore dopo l'annuncio del presidente Barack Obama sulla fine della guerra Usa nel paese.