24 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Ritiro in sordina

Iraq, per gli USA non è una «missione compiuta»

Il Presidente Obama eviterà i toni trionfalistici di George W. Bush. Niente portaerei quindi per il Presidente, che parlerà dallo Studio Ovale

WASHINGTON - Quello degli Stati Uniti dall'Iraq è un ritiro un po' in sordina, per varie ragioni: la situazione politica nel Paese è tutt'altro che chiara, le truppe operative sono in realtà già andate via dieci giorni fa con anticipo rispetto alla scadenza odierna, e infine è ancora vivo nel ricordo il disgraziato «missione compiuta» pronunciato sette anni fa da George W. Bush.
Per questo il presidente Barack Obama eviterà i trionfalismi nel discorso che segna la data ufficiale della fine delle operazioni di combattimento in Iraq, anticipata di fatto dagli eventi. Fedele alla forma, il comandante in capo delle truppe statunitensi, generale Ray Odierno, passerà oggi il testimone al collega Lloyd Arnold, alla guida di un contingente incaricato di fornire addestramento e consulenza militare alle forze irachene.

Preoccupa la situazione politica - Al di là della situazione operativa sul terreno, a preoccupare Washington è quella politica: le elezioni dello scorso marzo non hanno fornito una chiara maggioranza, l'accordo fra i partiti ancora non c'è, insomma quasi da sei mesi l'Iraq è senza governo e i negoziati stanno alimentando di nuovo la violenza interconfessionale e gli attentati contro le istituzioni.
Non è esclusa neanche la possibilità di un ritorno alle urne, con la relativa necessità di un apparato di sicurezza che metterebbe in crisi il dispositivo militare statunitense - sceso sotto le 50mila unità - e rischierebbe inoltre di minare la fiducia della popolazione nella neonata democrazia irachena.

Niente portaerei quindi per Obama, che parlerà dallo Studio Ovale: sicuro indizio di un discorso che punterà più alla solennità, dopo che il Presidente ha visitato ieri alcuni dei feriti ricoverati all'ospedale militare di Washington. Probabile che Obama, chiudendo almeno per il momento il capitolo iracheno, ricordi come la ragion d'essere della strategia della Casa Bianca sia vincere la guerra in Afghanistan, dove la fine delle operazioni appare invece ancora assai lontana.