3 maggio 2024
Aggiornato 09:00
Dossier nucleare

L'Onu approva nuove sanzioni contro l'Iran

Immediata la replica di Teheran: «Sono spazzatura». Obama: «Rimane la possibilità del dialogo»

NEW YORK - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato un quarto round di sanzioni contro l'Iran, per il suo controverso programma nucleare. Le sanzioni sono state approvate con 12 «sì», due «no» (Turchia e Brasile). Il Libano si è invece astenuto, mentre il presidente Usa Barack Obama ha lasciato comunque la porta aperta per il dialogo con Teheran.

A volere un ulteriore inasprimento delle sanzioni sono stati gli Stati Uniti, che temono che Teheran sia intenzionata a portare avanti il suo programma nucleare per dotarsi della bomba atomica. L'Iran sostiene che il suo programma ha esclusivi fini civili, ma si è rifiutata finora di fornire alla comunità internazionale le garanzie richieste sulla effettiva natura pacifica del suo programma.
Turchia e Brasile, che recentemente hanno firmato con l'Iran un accordo per il trasferimento dell'uranio arricchito iraniano in territorio turco in cambio di combustibile nucleare, hanno votato contro le nuove sanzioni. Il Libano si è astenuto.

Immediata la reazione di Teheran. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è «un passo sbagliato» che «complica ancora di più la situazione», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast. Ali Asghar Soltanieh, ambasciatore iraniano presso l'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica), ha detto che il suo paese continuerà le attività di arricchimento dell'uranio. Per il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, citato dall'agenzia iraniana Isna, le nuove sanzioni «non valgono un soldo» e sono «buone per la spazzatura».

Le misure - Il documento - dieci pagine più otto di allegati - impone sanzioni a 15 aziende collegate alla Guardia Rivoluzionaria iraniana (i Pasdaran), a tre sussidiarie della maggiore compagnia di navigazione iraniana e solo a una delle sue banche (la Cina è riuscita a «salvare» in extremis la Export Development Bank of Iran). È esteso anche il bando alla vendita di armi e vengono fissate regole per le interdizioni in mare su modello di quanto in vigore per la Corea del Nord. La risoluzione mette un individuo nelle «liste nere» delle entità (40) sotto embargo: è Javad Rahiqi, responsabile del Centro per la tecnologia nucleare di Isfahan, al centro del controverso programma di arricchimento dell'uranio. Dopo mesi di negoziati con Russia e Cina, gli Stati Uniti hanno fatto concessioni per arrivare al via libera del Consiglio di Sicurezza: Washington avrebbe voluto colpire il settore energetico iraniano e un maggior numero di banche. Il documento contiene però «ganci» per sanzioni unilaterali quando ad esempio nel preambolo fa appello, con linguaggio tortuoso, a esercitare vigilanza sulla Banca Centrale iraniana. Stati Uniti e Unione Europea si sono impegnati a emanare le proprie misure una vota arrivato l'imprimatur del'Onu. I leader della Ue dovrebbero prendere in esame un pacchetto di misure in un vertice di metà giugno.